Le fibre ottiche salvano la tappa del Giro
Spazi ridotti in quota sul Montasio. Impossibile far salire i Tir della tv, servirà l’alta tecnologia per garantire le immagini

CHIUSAFORTE. Un luogo meraviglioso, lo era anche ieri mattina con la coda di Cleopatra che copriva le cime di Montasio e Canin, un luogo meraviglioso per l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia, ideale per far fiondare lassù il prossimo 14 maggio almeno 50 mila persone (almeno), ma un altopiano maledettamente difficile da raggiungere per le decine di autotreni dell’organizzazione del Giro d’Italia. Un esempio. Il bilico della Rai con il camion-regia è lungo 17 metri: impossibile per l’autotreno superare la terrificante coppia di tornanti al 20 per cento di pendenza che impreziosirà la decima tappa della Cordenons-Altopiano del Montasio via Cason di Lanza.
Ancora di salvataggio E allora, senza l’alta tecnologia, l’arrivo dell’evento sportivo più popolare del Paese sarebbe impossibile. «Invece dovremmo riuscire a risolvere tutto grazie alla fibre ottiche». Parola di Stefano Allocchio, numero due dell’organizzazione del Giro d’Italia. Insieme a una trentina di tecnici da due giorni è in Friuli per una serie di ricognizioni nelle sedi di arrivo e di partenza del Giro 2013.
La carovana movimenta un migliaiao di persone e altrettanti mezzi, tutto deve essere organizzato nei minimi dettagli. «Portare la corsa su questo magnifico altopiano sarà un’impresa assai difficile». Allocchio fa il punto della ricognizione alla Malga Montasio, appositamente riaperta dall’Associazione allevatori per dare ospitalità ai tecnici Rcs, ai sindaci di Chiusaforte e Tarvisio e ai componenti dei due comitati tappa di Sella Nevea e Cave del Predil.
Logistica complicata Il manager delle tappe friulane, Enzo Cainero ieri mattina non ha avuto alcun problema a risolvere le questioni tecniche a Sella Nevea, dove saranno posizionati tra l’altro il colorato villaggio di arrivo e la sala stampa, oppure a Cave del Predil, da dove la carovana ripartirà il 15 maggio in direzione diga del Vajont, ma sull’altopiano del Monntasio le cose si sono complicate. E non poco.
«Sarà molto più dura che organizzare un arrivo sullo Zoncolan» ha detto Cainero. I primi durissimi chilometri che da Sella Nevea portano all’altopiano sono una specie di mulattiera. Sarà già complicato assicurare la regolarità della corsa per l’impossibilità di piazzare le transenne per proteggere i corridori; far salire i mezzi pesanti in quota sarà invece impossibile. Occorrerà inviare le immagini tv captate dalle telecamere in quota al pullmann regia grazie alle fibre ottiche.
Bus navetta e parcheggi In quota i tifosi potranno salire con l’auto fino al riempimento dei parcheggi, poi la gente potrà salire in bici, a piedi oppure utilizzando i bus navetta da Sella Nevea. Qui dovranno essere reperiti almeno 5 mila parcheggi. Un’altra impresa complicata. Male che vada si consentirà alle auto di sostare a lato della strada che scende verso il lago di Cave. Del resto, soltanto i mezzi della carovana del Giro sono oltre duemila.
Duemila volontari «Come al solito un ruolo fondamentale sarà quello dei volontari» assicura Enzo Cainero. Per le tappe dello Zoncolan negli anni scorsi è arrivato a reperirne oltre 1.200, pescati tra Protezione civile e Ana soprattutto. «Qui ne serviranno duemila» anticipa. Sindaci di Chiusafiorte e Tarvisio sono pronti ad aiutarlo nel reclutamento in loco. Del resto quassù il Giro d’Italia è atteso come il Messia. A proposito. Alle Malghe non c’è campo per i telefoni cellulari. Curioso che proprio le fibre ottiche consentiranno all’altpiano di prendersi la vetrina mondiale.
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