La Patrie contro i tagli: nuovo look e piú ribellione
Sabato al Visionario il direttore Valcic presenta il restyling grafico e di idee della testata

UDINE. La Patrie dal Friûl, storica rivista completamente in friulano fondata nel ’46, invita lettori, amici, simpatizzanti e friulani tutti a starle vicino in un momento di passaggio importante. Sabato 23 alle 17, al bar del Visionario a Udine, in via Asquini 33, sarà presentata la nuova veste grafica del mensile. «Un’esigenza dettata dai recenti tagli agli enti primari per la lingua friulana fatti dalla regione: orizzontali, pesanti e senza preavviso», spiega il direttore Andrea Valcic.
A questi, La Patrie dal Friûl ha risposto «con le idee, creando un nuovo progetto grafico che permette un risparmio sulla stampa mantenendo una grafica di grande impatto e rendendola ancor piú militante, battagliera e di avanguardia. Cambiano formato e foliazione, resta intatta la quantità dei contenuti, fatti con la solita passione e qualità».
Ma Valcic rimanda a sabato e dice: «Non vi riveliamo di piú». A presentare la rivista saranno il direttore stesso, il curatore del nuovo progetto Andrea Venier (realizzato in collaborazione con Piero Zanini) e l’ospite monsignor Duilio Corgnali, direttore de la Vita Cattolica dal ’78 al ’99. Al termine un piccolo rinfresco sancirà quello che si può considerare un vero e proprio licôf, il tradizionale festino che si fa in Friuli quando si arriva a costruire il tetto di una nuova casa, per una volta non fatta di mattoni, ma di parole in marilenghe.
Intanto sul sito della rivista (www.lapatriefalfriul.org) Valcic e lo staff della storica testata hanno postato una lunga riflessione. «La prima sorpresa l’abbiamo ricevuta noi, da parte della Regione Fvg - approfondisce il direttore – : senza preavviso è arrivato un taglio dei fondi destinati agli enti primari per la lingua friulana, di cui facciamo parte, di oltre il 40% che ha messo in pericolo la stessa sopravvivenza della testata.
Si tratta di fondi pubblici per noi vitali: il numero dei nostri lettori è ristretto in partenza a causa del fatto che, nonostante i referendum fatti, la scuola in friulano non esiste e quindi i friulani non sono abituati a leggere la loro lingua facilmente come l’italiano, pur conoscendola oralmente. Quindi un aiuto ci è necessario. Noi vorremmo che fosse possibile farne a meno per sfidare il mercato editoriale, ma per farlo vorremmo batterci ad armi pari. Questa possibilità ci viene cassata in partenza, facendo di tutto per non far partire il friulano a scuola, e ora anche nella pratica dei fondi assegnatici. Nonostante la crisi, ricordate che quando un politico ti dice che non ci sono soldi (nostri, peraltro!), vuol dire che non ci sono per te: altri fondi sono stati mantenuti». Sabato le altre delucidazioni e la presentazione del progetto.
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