Le reazioni in Fvg al voto Quel successo a metà che fa tremare il Pd
Serracchiani ammette l’urgenza di aprire ai grillini e al rinnovamento. Frecciata al presidente Tondo: centrodestra battuto nella “sua” Tolmezzo

UDINE. È una vittoria amara. Il centrosinistra vince in Friuli Venezia Giulia. Unica regione del Nord a tingersi di rosso. Ma ancora una volta non ha la maggioranza per governare il Paese. Anche stavolta qualcosa non ha funzionato, solo che adesso la risposta non può piú essere nascosta: «Bisogna rinnovarsi». Lo dicono i numeri, lo dice lo tsunami-Grillo. Lo confermano i vertici.
Debora Serracchiani, segretaria regionale del Pd e candidata alla presidenza della Regione, non si nasconde, ma fa un premessa: «La vittoria del centrosinistra al Senato in Friuli Venezia Giulia è un risultato che vale doppio e che ci siamo guadagnati con un lavoro incessante sul territorio». Detto questo, la «situazione di ingovernabilità al Senato conferma il grande errore commesso da tutte le forze politiche, compreso il nostro partito. Non avere cambiato la legge elettorale ci costringe a cercare un’alleanza per governare. Serve una scelta immediata che vada in questa direzione, ma questo ci deve far fare una riflessione sul fatto che non siamo riusciti a cogliere l’istanza di cambiamento che c’è dietro il Movimento 5 Stelle, forza che ha raccolto consensi al di là delle attese».
Come dire: se c’era Renzi oggi i numeri sarebbero diversi? «Non lo posso sapere. Non sono in grado di fare una previsione di questo tipo, ma è chiaro che Matteo Renzi è una grandissima risorsa per il Paese e per il Pd e risponde a quelle esigenze di cambiamento che tutti chiedono».
Aspettando Renzi si tratta con il Movimento 5 Stelle... «Piú che altro bisogna capire – continua Serracchiani – se loro sono disposti al confronto. Da parte nostra dobbiamo aprire all’elettorato dell’M5S, capire chi sono le persone che si affacciano per la prima volta nell’istituzione piú alta della Repubblica e, quindi, comprendere se c’è la possibilità di condividere alcune grandi riforme. Per esempio sui costi della politica, sulla maggiore trasparenza e sulla capacità di coinvolgere maggiormente. Su alcune scelte c’è convergenza. Lo stesso, naturalmente, vale per Scelta Civica di Monti».
Dialogo necessario anche in vista delle regionali di aprile: il Movimento 5 Stelle, in Friuli Venezia Giulia, è il secondo partito, dopo il Pd, e il primo alla Camera. «Il sistema elettorale regionale prevede una polarizzazione che limita lo scontro tra due sole forze, tanto che il terzo candidato non entra in consiglio. I numeri delle Politiche confermano che il centrodestra in regione si può battere (l’abbiamo appena fatto). Bisogna, invece, fare una riflessione piú approfondita di fronte al risultato del M5S. Cercheremo il dialogo anche sul nostro territorio».
Frecciatina finale: «Il fatto che il presidente Tondo sia stato battuto proprio a casa sua a Tolmezzo – conclude Serracchiani - è invece un dato che lascio alla riflessione del centrodestra».
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