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Scelta civica si consola col dato regionale e punta sulle alleanze

Il rischio ingovernabilità preoccupa, Gigli invita al dialogo Maran ammette: risultato al di sotto delle aspettative

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UDINE. Nessuna euforia nella sede di “Scelta civica”, la lista del presidente Monti, a Udine. Poco dopo le 18, quando il quadro elettorale conferma una percentuale intorno al 10% con il rischio ingovernabilità del Paese, i supporter del professore si lasciano andare solo a qualche tiratissimo sorriso. Gli sguardi incollati sugli schermi dei computer lasciano trasparire tanta preoccupazione.

L’unico dato confortante è quel 12,3% incamerato al Senato in Friuli Venezia Giulia. E su questo fa leva il professor Gian Luigi Gigli, capolista alla Camera quasi certo di riuscire a volare a Roma. Piú prudente Alessandro Maran, il deputato del Pd passato con Monti: «Aspetto che qualcuno mi dica come andrà a finire» afferma con tono rassegnato ben sapendo che la conquista del suo seggio è condizionata dal peso del Movimento 5 Stelle.

«Da questo voto, nonostante il Porcellum, esce sconfitto il bipolarismo» sostiene Gigli rispondendo a chi gli chiede se è deluso del risultato registrato dalla lista a livello nazionale: «Piú che deluso sono in parte preoccupato, ora siamo piú lontani dall’Europa, credo ci sia una difficoltà reale a governare questo Paese soprattutto se domani (oggi ndr) riprenderanno le turbolenze dei mercati». E per non andare a nuove elezioni, il neurologo snocciola la sua ricetta, o meglio, in prospettiva delle elezioni regionali e comunali di aprile, invita le altre forze riformatrici a possibili alleanze.

«Se non si capisce che bisogna lavorare per salvare l’Italia - aggiunge - si va a nuove elezioni con il rischio di finire in Grecia». Per evitare questo rischio - è sempre il pensiero di Gigli - bisogna fare politica con serenità, trasparenza e onestà, «se questo non avviene Grillo resterà inarrestabile e non è un bel segnale».

Il risultato del Movimento 5 Stelle in Friuli Venezia Giulia è determinante nella divisione dei sette seggi al Senato dove “Scelta civica” puntava a essere decisiva: quattro vanno alla coalizione che ha ottenuto il maggior numero di consensi, uno a quella sconfitta e gli altri due, a seconda delle preferenze, ai grillini e alla lista Monti.

«È un meccanismo infernale» commenta Maran ammettendo che il risultato nazionale di “Scelta civica” «è al di sotto delle aspettative; anche se - aggiunge - in poche settimane l’esito elettorale vede l’affermazione di una formazione significativa. È verosimile - aggiunge il deputato uscente - che tanto in Regione quanto al Senato si riveli una formazione significativa in grado di consentirci di portare a termine il succo delle riforme strutturali». Questo per dire che «“Scelta civica” è destinata a durare e a mettere radici».

Su questo punta anche Gigli analizzando con soddisfazione il risultato regionale che al Senato arriva al 12,3%. «Se consideriamo che in poco piú di un mese (il 10 gennaio ho ricevuto la telefonata di Riccardi), tra le polemiche, senza un euro di finanziamento da Roma e spendendo solo 5 mila euro per la campagna elettorale, siamo sopra il 10%, è un buon risultato che ci colloca meglio di altre regioni. Credo quindi che obblighi anche le altre forze politiche a ripensare i loro progetti in vista delle regionali».

L’Udc, invece, non commenta. L’onorevole Angelo Compagnon devía le telefonate a una collaboratrice e affida a Twitter il suo primo commento: «Confermato il voto di protesta contro la politica, ma il Paese non è governabile».

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