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Aquila e Parlamento a Udine, i simboli della Piccola Patria

Becco e rostro aggressivi: il rapace patriarcale è diverso da quello della Regione. In castello e non a Londra trovò sede la piú antica assemblea legislativa d’Europa

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UDINE. L’antico stemma della Patria del Friuli è l’aquila araldica d’oro in campo azzurro. «L’aquila – spiega Gianfranco Ellero in Il Friuli. Una Patria – arma ufficiale della Patria e simbolo unitario di tutto il Friuli storico, figurava nei sigilli dello Stato (ben conservato quello di Marquardo di Randeck), sulle monete battute dai patriarchi (da Bertoldo di Andechs, Volchero, Ottobono e Bertrando, per esempio) e in pitture murali (ancora visibile a Udine sulla porta di San Bartolomio in via Manin)».

L’aquila di Marquardo L’esemplare piú celebre e antico del vessillo patriarcale è esposto nel Duomo di Udine: si tratta di un magnifico drappo quadrangolare di seta azzurra con sopra una grande aquila d’oro. Esso fu cucito sul camice di lino bianco che avvolgeva il corpo del patriarca Bertrando di Saint Geniès, rimasto sulla cattedra di Aquileia dal 1334 al 1350 e barbaramente ucciso da una congiura di nobili friulani. Come testimonia tale esemplare, ali spiegate, testa a sinistra, rostro aperto e artigli rossi caratterizzano l’aquila dello Stato friulano.

L’antico vessillo tutt’ora costituisce la bandiera universalmente riconosciuta del Friuli. Non va confuso con la bandiera della “Regione Friuli-Venezia Giulia”, che ha un’origine molto piú recente (1963) e un significato storico per certi versi opposto. La bandiera regionale, infatti raffigura la città di Aquileia difesa e quasi ghermita da un’aquila che rappresenta la città di Roma. Come ha scritto Maurizio Buora «c’è dunque aquila e aquila. C’è l’aquila imperiale e l’aquila per così dire regionale. L’aquila della Regione, lungi dal rappresentare un simbolo di autonomia, appare come un appropriato emblema dei “sotans”».

Il Parlamento della Patria del Friuli Il Parlamento della Patria del Friuli nacque dalle assemblee consultive dei nobili e del clero, convocate dal Patriarca di Aquileia fin dal XII secolo per chiedere nuove contribuzioni in moneta e in uomini d’armi. Ma fin dai primi tempi, accanto ai nobili e agli ecclesiastici, vi sedevano i rappresentanti dei Comuni. Il piú antico documento parlamentare è del 1228. Il Parlamento friulano, dunque, funzionava già da qualche anno quando in Inghilterra Giovanni Senza terra istituiva, con la Magna Charta, il Consiglio dei soli nobili (1215), che peraltro aveva solo il potere di vietare al re l’istituzione di nuove tasse.

Già nel XIV secolo, il Parlamento friulano era diventato la piú grande assemblea legislativa (il cui corpus fu raccolto dal patriarca Marquardo di Randeck nelle Constitutiones Patriae Foriiulii), nonché il maggior tribunale d’appello amministrativo, riuscendo ad esercitare un controllo sempre piú vincolante nei confronti dello stesso Patriarca. Il Parlamento friulano fu anche uno dei piú longevi d’Europa: sciolto da Napoleone Bonaparte, si riuní per l’ultima volta nel 1805. (Will.Ci.)

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