Allarme in Regione, lettera minatoria per Serracchiani
Busta contenente polvere sospetta è stata recapitata negli uffici udinesi. Esclusa la presenza di antrace

UDINE. Un falso allarme che per qualche ora ha bloccato l’attività degli uffici della presidenza della Regione a Udine. Ieri la conferma ufficiale che in quella busta non c’era alcuna sostanza pericolosa. La presidente Debora Serracchiani ha ricevuto nei giorni scorsi una lettera contenente minacce e una polverina bianca.
Il timore che si trattasse di antrace è stato superato qualche ora più tardi e attestato ieri dai risultati definitivi delle analisi. Agli uffici della presidenza vengono recapitate spesso lettere dal contenuto ingiurioso. Insulti e offese diventate ormai un’abitudine (brutta), soprattutto per Serracchiani che ha ruolo e visibilità nazionali. È una novità, invece, il finto carbonchio.
A metà della scorsa settimana, nella sede di via Sabbadini a Udine, negli uffici della presidente in tarda mattinata è stata recapitata la posta. Serracchiani era in ufficio, assieme al suo staff. È stata una sua collaboratrice, come da routine, ad aprire la busta. Una busta senza alcun segno insolito, con francobollo, data e timbro postale, con il mittente riportato sul retro e scritta all’apparenza con una calligrafia incerta.
Aperta la lettera l’assistente di Serracchiani si è trovata in mano un foglio di giornale, probabilmente scelto con cura. Perché la pagina del quotidiano riportava la campagna choc ideata dal massmediologo Klaus Davi per sensibilizzare i politici sulla vicenda della Ideal Standard di Orcenico. Davi ha amplificato le proteste dei lavoratori mettendo – con un fotomontaggio – otto politici sulla tazza del water o sotto la doccia, sanitari Ideal standard naturalmente. Lo slogan scelto per il premier, ad esempio, era “Matteo non stare sereno”.
La pagina del giornale era piegata e una volta distesa la collaboratrice della presidente ha visto la polvere bianca. Sul ritaglio del giornale era stato anche scritto a penna “Antrace per tutti i politici” e accanto alla foto di Davi la parola “ebreo”.
È subito scattato il protocollo di rito. È stato allertato il personale di vigilanza della Regione, che ha fatto uscire la presidente e i suoi collaboratori dagli uffici. Nel frattempo sono stati contattati la Questura – e in particolare gli uomini della Digos – e la centrale dei Vigili del fuoco, che in pochi minuti hanno raggiunto via Sabbadini. Per qualche ora le stanze della presidenza sono rimaste chiuse, così come il sistema di condizionamento dell’aria.
Già in serata i Vigili del fuoco avevano escluso si trattasse di antrace e il giorno successivo l’attività in Regione è ripartita normalmente, mentre ieri sono arrivati i risultati definitivi sulla polvere bianca. All’identificazione della persona che ha inviato la lettera, invece, stanno lavorando i poliziotti della Digos ed è probabile che, appena individuato, l’autore del gesto sarà denunciato per procurato allarme.
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