Ideal Standard a muso duro: spesi 20 milioni in un anno per la “tutela” di Orcenico
L’azienda replica alle accuse che le sono pervenute soprattutto da Unindustria. «Se non ci fosse interessato dei lavoratori avremmo chiuso i battenti a ottobre»

PORDENONE. Venti milioni di euro. Tanto è costata, nell’ultimo anno, la scelta di Ideal Standard di mantenere lo stabilimento di Orcenico per consentire l’individuazione di una soluzione che avesse le minori ricadute possibili sul territorio, a livello sociale.
Il gruppo non ha mai negato di volere chiudere il sito friulano, tant’è che l’intenzione era stata messa nero su bianco nel piano industriale del 17 luglio 2013, ma al contempo «non si è mai sottratto ai confronti coi soggetti coinvolti nella vertenza».
Una trattativa lunga e che non s’è ancora conclusa. «Se non ci fosse interessato individuare una soluzione – hanno dichiarato i vertici aziendali –, per quanto possibile comune e condivisa, che minimizzasse l’impatto sociale, non avremmo speso 20 milioni di euro in un anno. Se il futuro dei 399 lavoratori e delle loro famiglie non ci fosse stato a cuore, avremmo chiuso i battenti del sito di Orcenico a ottobre».
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L’azienda non accetta quindi che le venga contestato, tra gli altri anche dal presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti, un mancato interesse rispetto a una possibile operazione-salvezza.
«Abbiamo cercato di andare incontro alle istanze dei diversi soggetti coinvolti nella vertenza – ha proseguito l’azienda –, tant’è che di recente avevamo dato un ultimatum, fissando al 10 giugno la sottoscrizione dell’accordo sulla mobilità, propedeutico alla cassa in deroga sino a dicembre. Termine che però non è stato rispettato, in quanto i sindacati non hanno firmato. Ci siamo quindi resi disponibili a nuovi incontri, con conseguente allungamento dei tempi, nonché aggravio dei costi. Alla luce di tutto questo, per noi le accuse mosseci anche da Unindustria sono inaccettabili».
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A riprova della volontà di Ideal Standard di proseguire con la negoziazione c’è la disponibilità a partecipare, qualora fosse invitata, al tavolo in programma al ministero dello Sviluppo economico a metà settimana (mercoledì o giovedì). Il gruppo conferma pure la partecipazione al confronto di domani in Provincia.
«Non abbiamo ricevuto nessuna convocazione per il tavolo al Mise – ha fatto sapere l’azienda –, ma, nel caso in cui fossimo invitati, parteciperemo per approfondire gli accordi sottoscritti dall’inizio della vertenza, nonché il rispetto di tali intese da parte di tutti i soggetti».
Un riferimento, quello al rispetto degli accordi da parte di tutti gli interessati, non casuale. Il presidente Agrusti, nella conferenza di sabato, aveva infatti precisato che «abbiamo ottenuto un incontro al Mise per verificare le obbligazioni assunte dai vari soggetti, in particolare dall’azienda, negli incontri di questi mesi».
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