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Protesta delle divise lunedì in ospedale

Medici e infermieri appenderanno i camici agli attaccapanni. Dopo il Punto nascita, preoccupano altri possibili tagli

2 minuti di lettura

GORIZIA. Scatta, al San Giovanni di Dio, la protesta delle divise. Lunedì mattina alle 8 (in contemporanea con la definitiva chiusura del Punto nascita) il personale medico, infermieristico e Oss appenderà il proprio camice su alcuni attaccapanni, si pensa una dozzina, che verranno collocati nell’atrio dell’ospedale.

Il simbolico, ma clamoroso gesto che vuole coinvolgere tutti gli operatori del nosocomio di via Fatebenefratelli, è stato deciso per esprimere solidarietà ai colleghi del Dipartimento materno-infantile, ma anche con l’intento di manifestare tutta la preoccupazione per i possibili, e penalizzanti, prossimi passi che si leggono fra le righe della bozza di riforma sanitaria.

La singolare forma di protesta è stata ideata da alcuni dipendenti dell’Azienda sanitaria che hanno fatto circolare numerosissime copie di un volantino con il quale si esorta tutto il personale a dare la propria adesione.

«In moltissimi ce l’hanno già garantita – ci dice uno dei promotori dell’iniziativa –, qualcun altro si è dimostrato più scettico e probabilmente non la appoggerà, ma non possiamo pretendere che tutti si uniscano alla protesta, anche se sarebbe importante che gli operatori dessero un segnale di compattezza almeno in questa occasione. In fondo non è uno sciopero o qualcosa di simile: si tratta soltanto di un atto pacifico e totalmente apolitico per esprimere la nostra scontentezza e la nostra preoccupazione per come stanno andando le cose».

Bisognerà vedere anche la reazione dei vertici dell’Azienda sanitaria, che sono stati già informati dell’iniziativa. Riesce difficile pensare che gli attaccapanni con le divise appese possano campeggiare a lungo nell’atrio, dove la gente va e viene: probabilmente dopo un po’ qualcuno provvederà a rimuoverli. Gli operatori che aderiranno alla protesta non dovrebbero, viceversa, correre il rischio di eventuali sanzioni disciplinari.

Nel volantino, viene espressa solidarietà al personale del Materno-Infantile «per la mala gestione che in questi anni ne ha gradualmente demolito l’immagine, creando sfiducia da parte delle partorienti, e facendo lavorare gli operatori con un eccessivo turn over di medici e senza una precisa prospettiva. La chiusura del Punto nascita è stata l’atto finale di una serie di scelte sbagliate la cui responsabilità non può essere ignorata, come non si può nemmeno ignorare la fretta con cui si è deciso di chiudere anche Pediatria e Ginecologia. Non possiamo tacere – continua la nota – davanti allo smantellamento per asfissia dei servizi e davanti alla campagna mediatica di chi è più bravo a Gorizia e chi è più bravo a Monfalcone, cieca delle reali situazioni e potenzialità e che ricade sulle professionalità di tutti i lavoratori. Quel che è successo al Dipartimento materno-infantile potrà succedere in tutti i reparti. Lasciamo qui le divise per far capire che non stiamo facendo finta di niente, stiamo solo andando avanti a lavorare». Le divise non saranno rovinate e verranno successivamente mandate in lavanderia.

Le preoccupazioni per ulteriori tagli riguardano il reparto di Cardiologia, il Centro trasfusionale, l’Odontostomatologia, la Chirurgia (con le emergenze a Monfalcone e a Gorizia la sola week surgery con interventi programmati) e la Rianimazione dove già 2 posti letto su 8 sono stati spostati al San Polo.

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