Nuovo piano triennale per il personale della Regione
Sarà privilegiata la mobilità interna e accentuata la flessibilità, anche con distacchi temporanei rispetto a picchi di lavoro. Al 30 giugno scorso sono 2.506 i dipendenti a tempo indeterminato, di cui 101 dirigenti, a fronte di un organico previsto di 2.875 unità

TRIESTE. Interpretare e rappresentare le esigenze organizzative di una struttura complessa per dimensioni e funzioni, qual è l’amministrazione regionale, in un contesto socio economico, oltre che politico, che richiede la massima attenzione all’uso razionale delle risorse.
Sono gli obiettivi del programma triennale 2014-2016 del fabbisogno di personale, che la Giunta regionale ha esaminato in via preliminare nel corso della sua ultima riunione, e che questo pomeriggio il direttore generale, Roberto Finardi, ha illustrato ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, prima della approvazione definitiva.
Un programma che è presentato a poca distanza dall’approvazione del Piano strategico e del Piano delle prestazioni, strumenti di pianificazione che definiscono rispettivamente il «che fare» e il «chi fa che cosa», mentre il piano del fabbisogno si preoccupa di assicurare nel triennio, nel rispetto di limiti e vincoli interni ed esterni, risorse professionali adeguate al perseguimento degli obiettivi indicati.
Con una strategia di gestione che punta a riqualificare, innovare, semplificare l’Amministrazione, incrementando senso di responsabilità e produttività, migliorando l’efficienza del sistema e riducendo i costi, con l’obiettivo di offrire un servizio pubblico moderno, sempre migliore e sempre più rispondente alle esigenze dei cittadini.
Attualmente (i dati sono recentissimi, in quanto riferiti al 30 giugno di quest’anno) sono in servizio presso la Regione 2.506 dipendenti a tempo indeterminato, di cui 101 dirigenti, a fronte di un organico previsto di 2.875 unità.
A essi si aggiungono 265 persone, appartenenti al Corpo forestale regionale. L’età media è di 50 anni tra i non dirigenti e di 54 tra i dirigenti.
Le donne sono il 53% del totale del personale. Una percentuale che si riduce appena al 17%, prendendo in considerazione i soli dirigenti apicali.
Il Piano del fabbisogno tiene naturalmente conto dei pensionamenti previsti, che nel triennio sono circa 190, e al possibile turn over, legato a precise norme di contenimento della spesa e ai vincoli del patto di stabilità.
Dal 2013 al 2014 il costo del personale è già sceso di 3,26 milioni di euro, passando da 152,14 milioni (su un bilancio che pareggia a cinque miliardi di euro) a 148,78 milioni (- 2,1%, in gran parte frutto della riduzione dei compensi per i dirigenti), ed è destinato a contrarsi ancora.
Il programma triennale 2014-2016 del fabbisogno di personale, esaminato dalla Giunta regionale, e illustrato alle rappresentanze sindacali, è animato da una duplice filosofia.
Per il 2014 tiene conto esclusivamente delle necessità operative della sola Amministrazione regionale, mentre per il biennio 2015 e 2016 rimanda a successive decisioni, vista la necessità di adeguarsi al nuovo scenario che inevitabilmente si aprirà dopo l’approvazione della legge di riordino delle Autonomie locali e il definitivo superamento delle Province, da cui deriverà una diversa suddivisione delle competenze.
Tra le varie funzioni da rivedere, vi sono ad esempio quelle degli Uffici del Lavoro e quelle sulla gestione e manutenzione delle strade.
Ad ogni modo la Giunta regionale ha dato alla Direzione generale delle precise direttive, da attuare nella programmazione del fabbisogno del personale.
Una programmazione che ha dunque in primo luogo «respiro pluriennale»; è basata su una chiara consapevolezza delle esigenze organizzative legate alla realizzazione del programma di governo; ha una visione ampia, che tiene conto anche delle dinamiche e delle disponibilità del personale degli enti e degli organismi partecipati.
Infine, in particolare presta grande attenzione al contenimento dei costi, a favorire il ricambio generazionale, a ridurre la precarietà.
Il tutto con uno sforzo di efficientamento che non può essere giocato solo sul piano organizzativo ma sarà accompagnato da interventi che favoriscano l’aumento della produttività. Un aspetto su cui viene auspicato un confronto costruttivo con le organizzazioni sindacali.
Per far fronte ai fabbisogni di personale nel triennio 2014-2016, la Giunta ha dato mandato alla Direzione generale di provvedere prioritariamente con soluzioni interne, che non comportino alcun aggravio di costi.
Di conseguenza si interverrà sulla pianta organica, verificando tutte le opportunità di accorpamento sia di uffici che di servizi, con il fine ultimo di ridurre le figure dirigenziali.
Sarà privilegiata la mobilità interna e accentuata la flessibilità, anche con distacchi temporanei rispetto a picchi di lavoro.
E parallelamente saranno recuperate professionalità presenti in enti e organismi controllati e partecipati.
Dopo il riassetto del sistema delle Autonomie e il superamento delle Province si potrà e dovrà ragionare anche in termini di mobilità di comparto.
Per quanto riguarda le nuove assunzioni - che comunque dovranno rispettare i vincoli del turn over inteso alla riduzione dei costi del personale - nuovi concorsi non saranno finalizzati alla mera sostituzione di personale in quiescenza ma rappresentano l’opportunità per acquisire professionalità innovative, per concretizzare quella staffetta generazionale di cui l’amministrazione ha sicuramente necessità.
A ogni modo per la copertura dei posti che si libereranno nel triennio, sarà privilegiata l’assunzione di personale nelle categorie B e C, alla luce del fatto che negli anni si è assistito a una anomala dilatazione della categoria D, a causa di derive contrattuali basate più sul riconoscimento dell’anzianità di servizio che sulla valorizzazione delle professionalità.
Contestualmente si ridurrà il ricorso al cosiddetto lavoro somministrato (gli interinali), proprio per evitare il precariato.
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