Gli amici di battuta: era un “gentleman”, un vero maestro
NIMIS. Accomunati dalla passione e dallo sconcerto per la morte di un amico. Sono i cacciatori che condividevano una passione con Francesco Stolfo, l’imprenditore di Nimis scomparso tragicamente ieri...

NIMIS. Accomunati dalla passione e dallo sconcerto per la morte di un amico. Sono i cacciatori che condividevano una passione con Francesco Stolfo, l’imprenditore di Nimis scomparso tragicamente ieri pomeriggio. Così Sandro Levan, presidente regionale della “Pro segugio” che manifesta il cordoglio a nome del sodalizio. Levan parla anche quale referente del circolo di “Liber caccia” che ha sede a Reana del Rojale e del quale lo scomparso era tesserato.
«L’ultima volta che ci siamo visti - racconta Levan - è stato neppure un mese fa perché gli ho portato la tessera. Stolfo, come il padre, ha fatto parte della riserva di caccia di Taipana, questo fino ai primi anni 90 per poi passare a quella di Savogna. Andava a caccia anche in Slovenia».
Ma Levan parla anche di una seconda passione, sempre legata alla pratica venatoria: «Lo conoscevo perché era un appassionato del cane da seguita, cioè cacciava con i segugi, avevamo questa passione in comune e ci siamo anche scambiati dei cani per le cucciolate. Ci sentivamo abbastanza spesso mentre andavamo a caccia assieme tanti anni fa, quando lui era ancora nella riserva di Taipana». E ha anche un ricordo dell’essere cacciatore di Stolfo: «Aveva un tratto molto signorile nella caccia, era un “gentleman” di questa pratica: questo vuol dire essere come un maestro per gli altri. Francesco ci metteva cuore e passione e si distingueva».
Poi un ricordo da un altro socio della riserva di Taipana, Dante Tomasino, di Montemaggiore: «Siamo stati amici a caccia per quasi 20 anni. Quando ho saputo della morte di Stolfo, la notizia mi ha sconvolto perché un’amicizia non si rompe immediatamente. Non ci credo neanche, è come se non fosse vero, sono costernato. Abbiamo condiviso una passione, era una persona gioviale, di parola. Ci siamo persi di vista da quando aveva cambiato riserva, a Nimis ci incontravamo qualche volta e ci salutavamo». A testimoniare di questa comune passione, c’è anche una foto, vecchia di un po’ di anni dove è ritratto anche Eugenio Zussino, zio di Tomasino, che ricorda l’amicizia che legava il congiunto a Stolfo il quale, aggiunge, «non amava farsi fotografare, e in quella immagine si vede che era contento perché aveva preso un bel camoscio».
Passione per la caccia e grande impegno e competenza nella ditta di famiglia, la “Stolfo Mobili”. Un’azienda che, come si legge nel profilo, opera con professionalità dagli anni Quaranta nel campo della progettazione d’interni. Espone su quasi 1.500 metri quadrati, nota a livello internazionale e protagonista anche alla Fiera della Casa moderna, a Udine. (m.ri.)
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