Expo e Fvg, la grande beffa
Stand di 200 metri quadri (coasto base 300 mila euro), ma niente vendita o degustazione dell’enogastronomia Gli organizzatori dettano le regole alle Regioni e dicono: "Questa non è la sagra della salamella". Peccato che l'esempio non riguarda un prodotto doc Friuli

UDINE. Una buona dose di divieti; una miriade di puntelli, una malcelata invadenza, una certa prepotenza neocentralista: sono questi gli ingredienti che alimentano la polemica tra Regione Fvg e organizzatori dell’Expo 2015. Una polemica che concerne ruolo e spazi da gestire non soltanto della nostra, ma di tutte le regioni italiane.
Al Friuli Venezia Giulia del milione e 200 mila metri quadrati dell’Expo, sono stati concessi 200 mq per una settimana (dal 4 all’11 luglio) come spazio espositivo nel padiglione Italia e altri 40 metri quadrati per 6 mesi come ubicazione istituzionale. I vini friulani troveranno invece ospitalità nel padiglione vini dove per sei mesi si avvicenderanno diverse aziende. Di questo aspetto se ne sta occupando l’Ersa.
A dare fuoco alle polveri è stato il diktat degli organizzatori che vogliono vietare la possibilità delle degustazioni nonostante la ferrea resistenza di diverse regioni, tra cui il Fvg.
«Quest’anno il tema dell’Expo 2015 sarà “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e dunque il fil rouge è rappresentato anche dagli alimenti - spiega il capo di Gabinetto e coordinatore del progetto, Agostino Maio – e proprio per questo vietare le degustazioni mi pare perlomeno bizzarro. Mi si spieghi che senso ha mettere in mostra un prosciutto di San Daniele o una forma di Pitina di Maniago se poi non si possono assaggiare? Ridicolo davvero. E alle nostre proteste, gli organizzatori ci hanno replicato che il padiglione Italia riservato alle Regioni non si può trasformare in una sorta di sagra della salamella. Ma stiamo scherzando?».
Al di là dei costi che la Regione si deve sobbarcare Maio - che sarà nuovamente a Milano il 20 e 21 novembre - ripete che ritiene la scelta assolutamente assurda. «Continuerò a battermi - assicura - perché è una battaglia che va a vantaggio non solo del Fvg ma di tutta l’Italia.
Per quanto ci riguarda, stiamo puntando a dare un’immagine del Fvg unitaria, che fa sistema in tutte le sue componenti presentando come peculiarità uniche in Italia le tante biodiversità presenti in tutti i campi, anche quello enogastronomico». Maio ricorda anche che il Fvg è concentrato in un’area attraversabile da Nord a Sud, da Est a Ovest in circa 2 ore e mezza. «Da noi - insiste - si può fare turismo esperienziale rispetto a quello di destinazione perché da qualsiasi punto della regione si può cambiare esperienza turistica in uno spazio facilmente percorribile. Per questo stiamo lavorando molto sull’ospitalità della nostra regione».
Insomma, la battaglia è soltanto all’inizio. E la Regine non pare intenzionata a recedere dale sue posizioni. «Questo è uno di quei treni che bisogna saper cogliere al volo - aveva affermato alcuni mesi fa la presidente Serracchiani - e poi sfruttare dall’inizio alla fine e oltre. Stiamo lavorando da parecchio tempo per definire la partecipazione della Regione e abbiamo concluso i primi contratti. Sappiamo che in manifestazioni mondiali di questo calibro non basta esserci, ma si devono avere chiari mezzi e obiettivi». L’investimento previsto è di un milione e una parte delle risorse è arrivato con l’assestamento di bilancio. Ma la cifra potrebbe anche salire. Il “pacchetto base” costa circa 300 mila euro (iva esclusa) ai quali andranno poi aggiunte spese come l’allestimento delle zone, la realizzazione di materiale promozionale, il personale da impegnare.
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