Gli yen del Giappone e lo Zoncolan
Il progetto segreto per far partire il Giro d'Italia da Tokyo nel 2020 coinvolge il “Kaiser”
UDINE. «Se il Giro d’Italia partirà in futuro dal monte Fuji quell’anno arriverà sullo Zoncolan». Se l’è lasciato sfuggire ieri a Palmanova il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello.
Molti hanno pensato a una frase buttata là, sulla scorta dell’accordo lanciato meno di un mese fa dal Fvg con il Giappone proprio complici le due grandi montagne, invece dietro c’è un progetto ambizioso di cui il Friuli potrebbe far parte, anche se è il caso che cominci a meritarselo. Perchè? Semplice.
Bolzonello ieri ha toccato il tasto dolente: tanti e tali sono stati i grandi eventi ciclistici organizzati in Friuli negli ultimi anni, che è quasi un delitto che il turismo regionale, il comparto intero dagli albergatori a quelli che fanno la promozione, non ne stia approfittando.
Ci sono centinaia di regioni nel mondo, decine per restare in Europa, che infatti guardano con invidia la nostra regione per avere montagne come lo Zoncolan, capaci di calamitare oltre centomila spettatori per una tappa del Giro d’Italia e di attirare, come il miele per le api, centinaia di cocloturisti che tentano di scalarla.
Proprio lo Zoncolan sarà ancora una volta, quindi, base di un progetto ambizioso che, se andasse in porto, farebbe entrare l’intera regione in un circuito turistico d’elite capace di cambiare forse l’economia della Carnia e della montagna in generale.
Il progetto Fuji-Zoncolan, infatti, prevede che il prossimo anno dal Giappone alcune decine di cicloamatori-turisti arrivino in Carnia per partecipare a una gara amatoriale organizzata in collaborazione con la Carnia Bike di Tolmezzo. Giapponesi amanti del ciclismo e dell’Italia. Con (tanti) soldi in tasca perchè provenienti della regione del Fuji, una di quelle con il Pil più alto nel mondo.
L’anno dopo i friulani ricambierebbero il favore con un viaggio in Giappone dove esporterebbero anche l’enogastronomia. Bene, parallelamente, anche se il patron delle tappe friulane del Giro, Enzo Cainero inviato qualche settimana fa dalla Regione proprio in Giappone, si trincera dietro «un assoluto silenzio su questa vicenda», va avanti un progetto clamoroso: far partire dal Giappone un’edizione del Giro d’Italia.
Tre tappe, poi un paio di giorni di riposo per trasferire la carovana in Italia e via con la corsa tradizionale con finale sullo Zoncolan proprio per suggellare l’accordo. L’anno? Tokyo, e il Fuji dista dalla megalopoli un centinaio di chilometri, ospiterà le Olimpiadi 2020.
Occorrerà (non cosa da poco) una deroga dell’Unione ciclistica internazionale per aumentare i giorni di riposo in una competizione di tre settimane, ma per avere gli yen giapponesi potrebbe valerne la pena.
Per questo Bolzonello ieri non l’ha sparata grossa. Intanto però il Friuli non dovrà aspettare le Olimpiadi di Tokyo per avere una tappa del Giro d’Italia, chiave per il rilancio turistico della regione. Dopo la pausa 2015, nel 2016 una tappa interesserà quasi certamente il Cividalese e le valli del Natisone, mentre negli anni successivi tornerà a farla da padrone la Carnia. E non solo con il Kaiser.
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