Intestano la ditta alla “nonnina” vincono gli appalti e poi evadono
Fatture di enti pubblici per più di mezzo milione sono scomparse dal bilancio della Be.Mo.Ter Il gip ha disposto il sequestro di 116 mila euro ma ci sono anche 1,3 milioni sottratti alla società

NIMIS. Avevano intestato la ditta all’anziana madre per poter continuare a fare incetta di appalti pubblici perché entrambi, avendo precedenti penali, non avrebbero potuto partecipare alle gare. Poi hanno incassato i pagamenti su conti correnti dei quali non c’è alcuna traccia nel bilancio della Be.Mo.Ter srl. Più di 500 mila euro incassati da enti pubblici ma completamente sconosciuti al Fisco. La guardia di finanza di Udine coordinata dal colonnello Stefano Commentucci però ha scoperto il trucco.
Per questo motivo, a vario titolo, Ada Maria Zussino, casalinga incensurata di 78 anni residente a Taipana, e i suoi figli Claudio Berra di 54 anni anche lui di Taipana e Massimo Berra di 52, residente a Nimis, sono accusati di occultamento o distruzione di documenti contabili, appropriazione indebita per 1,3 milioni di euro e dichiarazione infedele. Le accuse sono state formulate dal pubblico ministero Marco Panzeri e il giudice per le indagini preliminari, Daniele Faleschini Barnaba ha anche disposto il sequestro preventivo di 116 mila euro, l’equivalente dell’Ires evaso.
A insospettire le fiamme gialle di Tarcento, che hanno svolto le indagini, è stato il fatto che dal 2005 Ada Maria Zussino risulta essere l’amministratore unico della Be.Mo.Ter mentre in realtà le verifiche dei baschi verdi che il ruolo della casalinga all’interno dell’azienda edile era pressoché inesistente. A operare stabilmente nella ditta erano i suoi figli Claudio Berra (già titolare dell’impresa individuale Be.Mo.Ter) e Massimo Berra (già socio e procuratore della Be.Mo.Ter). Secondo gli investigatori erano loro a dirigere e amministrazione la società e non l’anziana madre. Che però, insieme ai figli ha effettuato una lunga serie di prelievi dai conti della ditta. Un fiume di denaro che è secondo la Procura è stato distratto dalle casse della Be.Mo.Ter: 511 mila euro ne 2008, 403 mila euro nel 2009 altri 400 mila nel 2010 per un totale di un milione e 316 mila euro prelevati senza giustificazione alla società posta in liquidazione nel 2010.
Per nascondere al Fisco una parte consistente del volume di affari della Be.Mo.Ter erano stati aperti diversi conti correnti in diverse banche. E di alcuni conti, come detto, nel bilancio della società non c’era alcuna traccia. I clienti pagavano regolarmente versando il denaro nei conti e poi Ada Maria Zussino, Claudio e Massimo Berra, lo prelevavano a loro uso e consumo. E tra i “clienti” come detto figurano quasi esclusivamente enti pubblici come la Regione, l’esercito e il Comune di Udine.
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