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Tonon contro Agrusti: una sola Confindustria

Il presidente friulano: no al modello Nordest. Prima dobbiamo sistemare le cose in regione

2 minuti di lettura

E’ un terreno minato quello dei rapporti tra i vertici delle associazioni industriali e della Confindustria unica regionale. Eppure il presidente di Udine Matteo Tonon affronta il problema senza sottrarsi.

Pesa le parole, schiva le polemiche, tende la mano. Ma l’obiettivo che lui e tutti gli associati si prefiggono è chiaro: arrivare a una sola associazione di categoria in Friuli Venezia Giulia. Non ci sono altre ipotesi all’orizzonte, sottolinea Tonon.

«La Confindustria del Nordest non è in agenda - dice -, non è il modello su cui puntiamo. Va bene un livello di coordinamento politico con Padova e Venezia, ma prima dobbiamo riorganizzare la nostra regione. I tempi? Avviamo il confronto di idee tra tutti gli attori protagonisti di questa vicenda, poi agiamo. Non c’è alcuna volontà di predominio o di forzare, ma è naturale che prima si fanno le cose, meglio è».

La discussione sul tema della razionalizzazione è stato il piatto forte della conferenza stampa di inizio anno su economia e industria, consuntivo e previsioni. Ma l’argomento, dopo l’accelerazione imposta dalle parole del presidente della Danieli Gianpiero Benedetti non può più essere relegato tra quelli di scarsa rilevanza.

Tonon ha rivendicato la primogenitura della proposta, fin dal suo insediamento, nel settembre del 2013. «E’ una riforma che abbiamo sempre ritenuto necessaria - spiega - , fin dall’inizio del mandato ci siamo fatti portavoce del sentiment degli associati, che ci chiedevano servizi più semplici, più razionali, un unico interlocutore. Abbiamo provato a interpretare il cambiamento che veniva dalla base. Adesso va benissimo se altri associati, come l’ingegner Benedetti, con il quale il rapporto è continuo e proficuo, si muovono in questa direzione. Io credo che le quote che versano gli associati debbano essere utilizzate meglio, in un’ottica comune. E tengo a precisare che non si tratta di una questione di poltrone o di una lotta per avere più visibilità e potere. Le nostre cariche non sono retribuite, nè impieghiamo soldi pubblici».

Già ma qual è il percorso per raggiungere l’obiettivo? Il presidente di Confindustria Udine è consapevole che si tratta di un sentiero «complicato e tortuoso. Ma partiamo dal documento sull’integrazione varato da Confindustria del Friuli Venezia Giulia, quella è la base. Il traguardo è ambizioso e complesso, ma bisogna provarci. Udine al suo interno ha già fatto il proprio referendum, già due anni fa l’80 per cento degli iscritti ci diede il via libera, così come l’assemblea dei delegati e l’assemblea pubblica annuale svoltasi nel giugno scorso. Adesso tocca agli altri territori, ma non spetta a me dire cosa dovrebbero fare. Con Pordenone non vorrei fare polemiche, siamo vicini, loro sono liberi di fare le considerazioni che ritengono opportune. Ci sono impostazioni diverse, è vero, io credo nella razionalizzazione. Un primo passo importante lo hanno fatto Trieste e Gorizia che si sono unite. Io a loro dico “bravi” perchè hanno messo da parte gli ostacoli e hanno provato a fare squadra, a concretizzare un passaggio che non era scontato. Adesso bisogna fare gli altri passi».

Chiusa la lunga parentesi dedicata all’assetto di Confindustria, il presidente Tonon si è soffermato sui rapporti con la politica. Semaforo verde, per il secondo anno consecutivo, alla giunta di centrosinistra di Debora Serracchiani.

«Nei riguardi della Regione il giudizio resta positivo - osserva -. C’è stato un dialogo forte e costruttivo che ha permesso la realizzazione del Rilancimpresa. E’ un documento che raccoglie molte delle nostre istanze, dà risposte a tutta una serie di problematiche. Ecco l’unico aggiustamento che ci piacerebbe, e lo abbiamo sottolineato durante il confronto con l’assessore Bolzonello, è un modello di coordinamento per internazionalizzazione, così come si è fatto per la finanza pubblica, in modo da evitare doppioni. Nell’anno appena trascorso la giunta regionale ha attuato riforme importanti, come quella sanitaria che va nella direzione giusta, il riassetto degli enti locali è coraggioso. Giudizio positivo pure sulla finanziaria 2015, con le risorse già ipotizzate in fase di assestamento di bilancio».

Ultimo capitolo quello dedicato al governo Renzi. «Il Paese ha bisogno delle riforme - conclude Tonon -, noi ci crediamo fermamente. Adesso è il momento in cui le riforme, penso al contratto di lavoro a tutele crescenti o alla semplificazione fiscale con la riduzione delle tasse, devono prendere vita. I prossimi mesi saranno decisivi e non potremo gettarli via».

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