Auto ferme e fax rotti, Procura abbandonata
Il capo dei magistrati d’accusa: «Noi senza mezzi e con più carichi di lavoro». Ritardi e pratiche accantonate peri i reati da depenalizzare

PORDENONE. Nuovo blitz della polizia di Stato nei luoghi sensibili del centro città, frequentati soprattutto da giovani, per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti. Questa volta, rispetto al passato, i controlli sono stati estesi ad alcuni locali pubblici e, alla luce dei fatti di Parini, anche ai call center e a negozi etnici e strutture ricettive.
Le verifiche - attuate da due volanti, ufficio prevenzione generale soccorso pubblico, unità cinofile da Padova, tre pattuglie della polizia municipale e polizia di quartiere – sono cominciate alle 13 e terminate in tarda serata. “Battuti” i luoghi di aggregazione “difficili”, quali le vie Trento, Rovereto, Bertossi, Brusafiera (e relativo parchetto), piazza XX Settembre e piazza Ellero, stazione delle corriere, parco Galvani. E le attività commerciali in queste zone insediate, quali gli shop stranieri e i call center.
Le costanti azioni di deterrenza hanno cominciato a produrre frutti. Un solo minore, straniero, era in possesso di una modica quantità di stupefacente e pertanto è stato segnalato al prefetto.
Il cane della polizia, Zeus, ha battuto palmo a palmo il parchetto tra via Brusafiera e via Bertossi. Lì ha scovato alcuni involucri vuoti (contenevano stupefacente di cui qualcuno si era già impossessato) e droga frammista a terra, al suolo, in prossimità dei luoghi più appartati.
Un cittadino extracomunitario è stato denunciato in stato di libertà alla Procura poiché irregolare sul territorio.
Nell’autostazione gli agenti coordinati dal commissario capo Luca Passarella, hanno controllato gruppi di giovani scesi o saliti nelle corriere, “deviati” in un’unica entrata o uscita dai mezzi pubblici. Tale attività è stata salutata con favore sia sui social network – il tam tam è stato immediato – sia dai residenti nelle zone considerate a rischio. Ma anche gli esercenti di negozi etnici e locali pubblici sono stati collaborativi.
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