Giro di assegni rubati: condanne per sette anni
Erano intercettati, modificati e incassati dopo aver mutato il nome del beneficiario e lo stesso importo, fino a lievitare in un caso da 1.500 a 96.850 euro

TARCENTO. Strano il percorso che subivano alcuni assegni, misteriosamente intercettati, modificati e incassati dopo aver mutato il nome del beneficiario e lo stesso importo, fino a lievitare, in un caso da 1.500 a ben 96.850 euro.
Gli assegni arrivavano dalle piazze più disparate ma finivano per essere incassati all’ufficio postale di Tarcento, quando non a quello di Magnano in Riviera o di Tolmezzo.
Per questa vicenda ieri il giudice Angelica Di Silvestre del tribunale di Udine ha condannato Valentino Zuliani 50 anni di Tarcento e Nives Forgiarini, 55 anni pure di Tarcento a due anni e 2 mesi di reclusione e 600 euro di multa e Riccardo Rovere pure lui tarcentino a 2 anni e 8 mesi di reclusione più 800 euro di multa.
Dovevano rispondere delle accuse di ricettazione, falso e truffa (alla Forgiarini era contestata la sola ricettazione).
A costituirsi parte civile nei confronti di Zuliani è statala HDI assicurazioni Spa di Roma, rappresentata dall’avvocato Emiliano Rossi, in aula in sostituzione del legale Maurizio Romagnoli, cui il giudice ha riconosciuto un risarcimento da quantificarsi separatamente e una provvisionale di 5 mila euro più spese legali.
Stando alle accuse illustrate dal pubblico ministero Lucia Terzariol Zuliani avrebbe ottenuto un assegno non trasferibile della Banca di Credito Cooperativo intestato alla HHI assicurazioni spa di Roma ed emesso a favore della società Megaride costruzioni per l’importo di 1.500 euro spedito con raccomandata postale il 24 ottobre 2006.
Su quell’assegno sarebbe poi comparso il nome di Zuliani come beneficiario, mentre l’importo sarebbe salito a 96.850 euro, assegno che avrebbe incassato all’ufficio postale di Tarcento. L’importo sarebbe stato versato su un conto corrente all’ufficio postale di Tarcento, quindi spostato su un libretto postale a lui intestato.
Analogo episodio è stato contestato a Rovere che, ottenuta la disponibilità di un assegno non trasferibile della Banca intesa filiale di Broni intestato alla Immobiliare Ghezzi di Stradella, era destinato alla società Alfi srl di Casalnoceto. Un assegno da 793 euro spedito con raccomandata postale.
Su quell’assegno sarebbe poi apparso il nome di Rovere come beneficiario e l’importo di 18.600 euro. Il titolo di credito sarebbe quindi stato versato in un libretto all’ufficio postale di Magnano in Riviera. Altri assegni sarebbero stati incassati da Rovere allo stesso modo.
Quanto alla posizione di Nives Forgiarini a suo carico l’accusa di aver presentato all’incasso presso l’ufficio postale di Tolmezzo chiedendone l’accredito sul proprio Bancoposta un assegno bancario non trasferibile della Banca di Roma da 92.850 euro, titolo di credito denunciato come “clonato”.
Pesanti le richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero che aveva proposto una condanna a tre anni per Zuliani, tre anni e cinque mesi per Rovere e due anni e sei mesi per Forgiarini. Alla fine i tre sono stati condannati per l’accusa di ricettazione, prescritti gli altri reati.
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