Ogm, l’esperto attacca la Regione: cavalcate le paure
L’israeliano Fait contesta il divieto: i politici non conoscono la realtà Bolzonello: non siamo contro la scienza, ma no a quelle produzioni

UDINE. L’esperto attacca la Regione sugli Ogm. E’ accaduto ieri nel primo convegno di Agriest. A parlare è stato uno dei relatori, il professore israeliano Aaron Fait dell’università Ben Gurion di Tel Aviv. Chiare le sue parole, davanti al vice presidente del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello. «Capisco i timori dei cittadini sugli Ogm – ha detto Fait –, ma il ruolo del politico dovrebbe essere diverso. Non dovrebbe cavalcare le paure degli elettori, ma informarsi e spiegare la realtà. Da ricercatore spero che le sperimentazioni su sementi geneticamente modificate continuino. E anche in un territorio senza Ogm le persone mangiano mediamente il 30 per cento di prodotti geneticamente modificati».
Ma la posizione della Regione che è l’unica in Italia a essere Ogm free, e in particolare quella di Bolzonello è altrettanto limpida. «La nostra posizione non è legata soltanto a un ragionamento scientifico – spiega –, ma è anche economico e di presenza del Friuli Venezia Giulia sul futuro del mercato della produzione agricola. Da questo presupposto è nata la legge che certifica l’impossibilità di semine Ogm sul territorio. Questo non significa essere contro la scienza, ma volere un certo tipo di produzione».
Tra gli altri temi discussi c’è stato quello dell’Imu sui terreni agricoli. Dopo la bocciatura della sospensione dei pagamenti arrivata ieri dal Tar del Lazio, lunedì scatta la mannaia. Obbligatorio pagare. Ma Bolzonello, lascia aperto uno spiraglio: «Stiamo facendo pressioni sul Governo perché riveda la norma – spiega –, speriamo in un risultato nel più breve tempo possibile perché le spinte arrivano da tutti gli enti locali. Questo dell’Imu sarebbe un colpo impressionante, un colpo che i nostri agricoltori non si possono permettere». Clima ballerino e raccolti inferiori alle attese vanno di paro passo con la riduzione dei compensi degli agricoltori. Ma in Friuli Venezia Giulia c’è un problema in più che «in questo momento non dà la possibilità di retribuire in modo adeguato i nostri agricoltori – sottolinea Bolzonello parlando dai lavori di Agriest davanti agli assessori provinciale Leonardo Barberio e comunale Alessandro Venanzi, oltre al sindaco di Gorizia Ettore Romoli e all’ex assessore regionale Claudio Violino – ed è la necessità di un grande sforzo di disegno strategico rispetto alla trasformazione: dobbiamo dotarci di impianti all’avanguardia. Impianti che in questo momento mancano nei settori vitivinicolo, lattiero caseario e cerealicolo. Abbiamo la necessità di un’agricoltura che sia sempre più di grande livello professionale, un’agricoltura che riesca a cogliere l’aspetto dell’innovazione e della ricerca che il mondo delle università propone».
Intanto sono in arrivo 30 milioni in tre anni per il nuovo Piano di irrigazione del Friuli Venezia Giulia. «Fondi già stanziati in parte in Finanziaria, 3 milioni, cui in sede di assestamento si aggiungeranno altri 7 milioni. Il prossimo anno ne arriveranno altri 10 e altrettanti nel 2017», spiega Bolzonello.
E quello stanziamento potrebbe crescere perché «il Ministero sta ragionando su un piano nazionale da 300 milioni con due canali di finanziamento separati, centro-nord e centro-sud, e quindi in regione potrebbero arrivare fra gli 8 e i 10 milioni che farebbero salire il fondo del triennio a 40 milioni – auspica Bolzonello –. Una cifra ancora non sufficiente per il comparto irriguo, ma un buon inizio perché abbiano molte aree non infrastrutturate, penso al Collinare, ma anche zone con irrigazione a scorrimento da sostituire con l’irrigazione a pioggia». Un plauso è andato ai Consorzi di Bonifica Bassa Friulana e Ledra Tagliamento, capaci di raggrupparsi in un unico Consorzio per razionalizzare l’operatività, gli interventi e i costi.
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