E il deputato si difende: "Non sono come Scilipoti"
Il leader dei dissidenti: ho un lavoro, non ho bisogno della politica per mangiare. "Beppe? L’ho sentito l’ultima volta sei mesi fa, il movimento è privo di democrazia"

UDINE. Nervi a fior di pelle in casa grillina. L’ultima emorragia di parlamentari, tra cui il friulano Walter Rizzetto e il triestino Aris Prodani, ha provocato una valanga. Risentimenti e rancori, pesci in faccia e insulti sui social e, drammaticamente, ieri sera davanti al Nazareno. E una promessa di Rizzetto: «Io non sono nè Razzi, nè Scilipoti - dice -. Non mi sono venduto. Se chi lo sostiene non porta subito le prove, lo querelo. Non ho bisogno della politica per mangiare. Prima di essere eletto avevo un lavoro che mi consentiva guadagni ben superiori a quelli di un deputato».
Onorevole Rizzetto, il suo addio ha fatto rumore. Qual è la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
«Non è stato un fulmine a ciel sereno. Era da un po’ che dimostravamo un certo tipo di insofferenza. Ho scritto tre o quattro volte a Beppe Grillo, per cercare di risolvere i problemi. Non ho avuto alcuna risposta, neanche una telefonata. Ultimamente mi hanno fatto arrabbiare un po’ di cose: la non presentazione di un paio di emendamenti di Prodani sul porto di Trieste, le accuse nei miei confronti per un’apparizione televisiva in un programma di La7 e la mancata indizione delle Quirinarie sul blog per la scelta, da parte degli attivisti, del “nostro” presidente della Repubblica, come era avvenuto due anni fa».
Dove andrete adesso? Vi indicano già come traditori, pronti a fare da stampella al Governo Renzi.
«Ci iscriveremo al Gruppo Misto, non faremo alcuna alleanza con il Pd. Anzi continueremo l’opposizione a questo Governo che abbiamo sempre contestato».
Però vi siete presentati al faccia a faccia con il Premier per discutere del Quirinale.
«Siamo andati a fare quello che il M5s avrebbe dovuto fare per rispetto degli elettori. Ascoltiamo quello che ci dicono, nella massima trasparenza. Abbiamo chiesto che l’incontro venga trasmesso in streaming. A mio avviso bisognava mettere i nomi on line e farli votare, come accadde con Rodotà, Prodi, la Gabanelli. Dov’è finito lo spirito originario del Movimento?».
Quando ha parlato con Grillo l’ultima volta?
«A luglio 2014. Gli avevo chiesto dei suggerimenti, gli avevo dato dei pareri sul Jobs Act e sulla legge elettorale. Ma nulla fu pubblicizzato sul blog, invece noi dobbiamo far decidere la rete. Pensi che mi hanno impedito di dare visibilità alla mia mozione sulle pensioni d’oro. E sa cosa mi hanno risposto quelli del cerchio magico? L’hai fatto tu, per quello viene accantonata. Ero stufo di vivere da separato in casa».
Lei è il personaggio del momento, nel bene e nel male. In tanti la criticano sui social, sui blog.
«Capisco la rabbia dei militanti. Sono io che li ho delusi. Ma rimando al mittente le accuse di essermene andato per i soldi. Io ho un lavoro che rende bene, non ho bisogno della politica per mangiare. Io e Prodani non abbiamo fatto nulla contro il Movimento, le nostre erano critiche costruttive che servivano ad ampliare la democrazia diretta. In quasi due anni in Aula ho votato solo una dozzina di volte su singoli emendamenti contro la linea del partito, mai su temi importanti».
Qualcun altro afferma che vi eravate stufati di versare le quote mensili al Movimento...
«Abbiamo sempre versato, anche più del dovuto. Tra io e Prodani circa 130 mila euro da quando siamo stati eletti. Sul sito tirendiconto.it c’erano tutti i nostri rendiconti, ma mi hanno appena comunicato che io e Prodani siamo già stati cancellati dal sito. Adesso comunque continueremo a restituire i soldi in più, basterà un controllo. In compenso non ho visto alcun bonifico da parte degli eurodeputati...».
Fatto sta che adesso il Friuli Venezia Giulia non ha rappresentanti grillini in Parlamento. Eravate in tre...
«E’ vero, prima di noi aveva già fatto le valigie il senatore Battista. Ma continueremo a occuparci con impegno e passione della nostra terra, ci mancherebbe altro. Tra pochi giorni presenterò una mozione sulle zone franche di confine, non stiamo con le mani in mano. Ripeto, se dovessi godermi la vita, tornerei a casa mia».
Infatti i duri e puri vi intimano di dimettervi...
«Ma ci sono anche tanti militanti che ci spronano ad andare avanti. Non siamo noi che abbiamo cambiato idea, è il gruppo parlamentare che non funziona».
In Fvg hanno firmato un documento durissimo nei vostri confronti. Preoccupati?
«L’ho appena letto. Non mi preoccupa perchè in calce, tra i sottoscrittori, manca almeno una dozzina di portavoce storici del M5s. E non c’è nemmeno la consigliera regionale Dal Zovo. Il Movimento è spaccato anche in regione. Mi dispiace per loro, ma questa è la realtà».
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