Suonano le campane, l’anima del Friuli contadino
Protagoniste in castello a rappresentare la storia e la tradizione della nostra terra

LICEO CLASSICO EUROPEO. Se l'anima dell'Italia è indiscutibilmente la pizza, le campane possono tranquillamente essere definite quella del Friuli. Una terra, quella friulana, che racchiude in se' una molteplicità di aspetti culturali che la contraddistinguono ovunque nel Mondo, partendo dal buon vino e dall'ottima cucina per giungere fino ad una mentalità laboriosa e onestà unica nel suo genere.
Ma i Sacri Bronzi rimangono in ogni caso un cardine della storia e della tradizione delle terre tra le Alpi e l'Adriatico, una peculiarità legata non solo alla vita religiosa ma soprattutto a quella civiltà contadina che ormai è perita sotto i colpi della modernità.
E salvaguardare la memoria campanaria friulana significa mantenere nei nostri cuori e nelle nostre anime quel "ruspido contadino" che rappresenta i nostri avi, le radici più profonde di noi stessi.
Chi ha visitato tra il 30 gennaio ed il 3 febbraio il parco del castello di Udine si sarà sicuramente accorto di un particolare un po' inusuale: un castello di tre campane "montate" secondo la tradizione dello "slancio friulano" (il metodo di suonata che contraddistingue le nostre terre) poste davanti all'edificio storico.
Hanno suonato per ricordare agli abitanti del capoluogo friulano quanto sia importante mantenere vivi quei gesti che paiono anacronistici ma che tali non sono affatto. Opera meritevole è soprattutto la mostra "Udine, città di campane", allestita nella Casa della Confraternita dello stesso castello.
Realizzata dall'associazione "Scampanotadôrs Furlans - Gino Ermacora" con sede a Zuglio Carnico, ha raccontato delle principali fonderie di campane presenti nella città di Udine e ha descritto tutti i concerti bronzei presenti nella stessa con un itinerario fotografico interessante e comprensibile anche dai meno "esperti" in materia. La mostra è stata magistralmente inaugurata da concerti di campane sui principali campanili del centro storico e dal maestoso concerto in Sol2 del Duomo (che è stato il principale protagonista delle "scampanottate" del 30 gennaio) mentre i bronzi del duomo hanno segnato la giornata di chiusura, dedicata a San Biagio, il 3 febbraio.
I commenti dei lettori