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Profughi, 200 mila euro per farli “socializzare”

In commissione il progetto della Regione per i richiedenti asilo politico Nasce la figura del “facilitatore della convivenza”. La protesta di Forza Italia

2 minuti di lettura

La Regione stanzia 200 mila euro a favore di una serie di progetti espressamente dedicati ai richiedenti asilo o rifugiati e il centrodestra in Consiglio regionale sale sulle barricate. A promettere battaglia sul “Programma stralcio dell’immigrazione 2015” approvato dalla giunta Serracchiani e che oggi sbarca in sesta commissione è soprattutto Forza Italia che contesta all’esecutivo Fvg sia l’opportunità di questo fondo – in un periodo di così grande difficoltà per le famiglie italiane – sia la tipologia delle iniziative che potranno essere finanziati con questa sorta di “tesoretto”.

La delibera

Il documento approvato venerdì dalla giunta prevede due vie parallele di contribuzione. La prima, finanziata con un budget di 50 mila euro, è espressamente dedicata ai percorsi di alfabetizzazione per adulti. È finalizzata, in altre parole, all’apprendimento dei primi rudimenti della lingua italiana, nonché alla conoscenza di base della cultura e dell’educazione civica del nostro Paese. I primari destinatari, inoltre, sono persone richiedenti o titolati di protezione internazionale, con riferimento ai destinatari finali esclusi dai benefici del Fondo europeo per i rifugiati e di quello per l’integrazione.

La seconda tranche di finanziamenti, pari a 150 mila euro, prevede invece l’erogazione di contributi agli enti locali per progetti che promuovano «l’inserimento, la conoscenza e l’accettazione reciproca tra persone accolte e comunità ospitante». Tra le varie tipologie di intervento finanziabili la Regione ne cita due a titolo esemplificativo – l’orientamento ai servizi sul territorio come la sanità o quelli di pubblica utilità e il coinvolgimento dei “facilitatori della convivenza” per contrastare fenomeni di intolleranza o conflitto – che rappresentano il nucleo fondamentale dell’alzata di scudi del gruppo azzurro.

Comportamenti diversi

L’atto di accusa forzista parte dalle differenze che, per i berlusconiani, esistono tra il trattamento che viene riservato ai cittadini italiani e quello adottato per i profughi. «Domani (oggi ndR) – attacca il capogruppo Riccardo Riccardi affiancato dal collega Roberto Novelli – questa giunta ci spiegherà che nella posta a bilancio prevista per i richiedenti asilo, fra gli altri interventi, ci sarà anche quello di insegnare loro l’accesso ai servizi del territorio: vale a dire quelli di pubblica utilità, dalla richiesta di una casa popolare ai contributi sociali. Il tutto mentre molti nostri concittadini sono stati messi in ginocchio dalla crisi e sono lasciati soli davanti alla burocrazia, nonché molto spesso impreparati a cogliere le opportunità di sostegno. E agli italiani nessuno paga dei corsi di orientamento sui loro diritti».

No al facilitatore

Un primo affondo a cui segue, immediatamente, una critica, aperta e totale, alla figura del facilitatore della convivenza. «Una singolare bizzaria – hanno continuato Riccardi e Novelli – che potrebbe sembrare uno scherzo, ma che, purtroppo, rappresenta una triste realtà. Perché nell’insieme delle figure create ad uso e consumo di un certo mondo collaterale alla sinistra, questa del “signor facilitatore” appare costruita ad hoc più per dare uno stipendio in più a qualcuno.

Inoltre, non paga di aver riempito il Fvg di facilitatori della convivenza messi a carico del contribuente, l’amministrazione regionale si premura pure di finanziare gli enti di formazione, o qualche associazione caritatevole a caso, per insegnare a questi profughi come tenere una scopa in mano. E sull’argomento non dobbiamo essere noi a ricordare quali opacità siano emerse nel sottobosco di un’economia che fa profitti sull’immigrazione e sulla quale tutti farebbero bene a tenere alta l’attenzione».

Anche perchè, è la chiosa finale del gruppo azzurro «in questo contesto facciamo presente che stiamo parlando di cittadini stranieri che il Prefetto di Gorizia, figura non proprio assimilabile ad un estremista politico, definì in buona parte dei furbetti che non provengono da alcuna zona di guerra».

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