«Così mi sono integrato in Friuli»
Parla Mihai Butnariu, che ora vuole anche fondare un’associazione

TARCENTO. Maggiore integrazione tra la comunità rumena e quella friulana con alla base un rapporto di grande stima reciproca, perché la mentalità e le tradizioni sono più simili di quello che potrebbe sembrare in apparenza. A dare questo suggerimento e a pensare al proposito addirittura di fondare un’associazione culturale sita a Tarcento e dedicata all’integrazione tra le due realtà è Mihai Butnariu. Rumeno, trentenne, ormai in Friuli dal 2008, Mihai, per tutti gli italiani Michele, è un caso fantasticamente ben riuscito di integrazione in Italia, tanto da essere portato come esempio all’interno della rivista edita in Italia per i rumeni residenti nello Stivale “Romanie in Italie”.
«Non è stato tutto sempre facile soprattutto per la diffidenza che spesso si ha nei confronti del mio popolo – ha spiegato Michele.- Molto spesso si pensa che tutti i rumeni siano ladri o stupratori ma non è così, non si può e non si deve generalizzare. Quando sono arrivato in Friuli, a Udine, non sapevo neppure dove fosse. Semplicemente raggiungevo mio fratello che viveva nel capoluogo friulano già da un po’ di tempo, con la speranza di avere un futuro migliore. Ho trovato supporto nella parrocchia di San Pio X da don Tarcisio che si è interessato a me dandomi vitto e alloggio per qualche mese in cambio di lavoretti e di frequentare un corso di italiano per stranieri. Una volta appreso quanto necessario ho iniziato a inserirmi nel mondo del lavoro». Nonostante le difficoltà «non mi sono piegato, non mi sono fatto maltrattare e ho cambiato impiego e ambito lavorativo fino a quando ho trovato una seconda casa nel grande mondo del sociale, prestando servizio in case di cura e assistenza per anziani e disabili. Grazie a questa attività, ho incontrato anche Erica, tarcentina attiva nel mondo dell’assistenza socio sanitaria, che nel 2011 è diventata mia moglie e mamma dei nostri bimbi. Tutto questo perché ho messo la mia dignità al primo posto non accettando maltrattamenti e perché, proprio per l’esperienza personale vissuta, credo che rumeni e friulani abbiano molto in comune». Proprio per questo vorrei avviare a breve un sodalizio che aiuti i rumeni residenti in Friuli e che favorisca lo sviluppo della nostra cultura e l’integrazione con quella friulana».
Luciana Idelfonso
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