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Nuove attività nei capannoni dismessi

Nell’ex Sibau imminente l’apertura di un centro estetico e sportivo, poi forse una piscina

2 minuti di lettura

PREMARIACCO. Ripartire da capannoni dismessi e riconvertirli ad usi diversi si può. E a Premariacco dopo un paio d'anni di lavoro ed incertezze burocratiche una parte della zona industriale di Ipplis si trasformerà in un area di servizi alla persona privata ad uso pubblico.

Si tratta dei capannoni ex Sibau - 8000 metri quadrati di area coperta- che fallita nel 2006 oggi ritrovano nuova linfa e rissollavano le sorti di un comune che, come altri, negli ultimi anni ha assistito a "nuove" chiusure piuttosto che aperture. Basta spostarsi un po' più in là a meno di un chilometro e percorrere le vie della zona industriale di Leproso per accorgersi che la crisi ha "picchiato" duro con capannoni vuoti sui quali non campeggia neanche più il cartello affittasi.

Realtà come l'Effezeta - una delle aziende più importanti - hanno chiuso già da diverso tempo e davvero pochi sono i casi di nuovi subebri, anche se qualche nuova attività è stata aperta o rilevata. Davvero tanti però rimangono i capannoni desolatemante vuoti che - complice anche il cambio di necessità rispettivamente all'assetto strutturale - in qualche modo si spera possano essere riconvertiti ad altre produzioni.

Ad Ipplis - sulla sp 48 - ci sono riusciti e da qui ai prossimi mesi molte le nuove aperture. Si inizia con la prima inaugurazione di un centro estetico il prossimo 18 aprile a cui seguiranno il centro sportivo: nei progetti anche la volontà di sviluppo di un'area verde che. accanto a campi da tennis, pallavolo e calcetto, possa ospitare anche una piscina.

Per ora è quasi tutto pronto per le attività da svolgersi al comperto dove accanto a sport come calcetto, ci saranno nuovi spazi per corsi da ballo fitnes e quant'altro. Questo accanto all'impulso che nei prossimi mesi ci si augura queste attività potranno dare anche all'economia dell'intero distretto.

Nuovi servizi infatti potranno fare da connettore per attrarre nel comune nuove iniziative e presenze, visto che la richiesta di spazi e disponibilità per queste attività di certo non manca, e anzi è alla base della scelta dei privati di investire nella ristrutturazione e riconversione di spazi che un tempo erano identificati come meramente industriali e di produzione.

Le nuove aperture - anche questo punto focale - creeranno, è probabile, anche nuovi posti di lavoro in un territorio dove la disoccupazione si aggira intorno al 10% si cui ben oltre la metà donne. Di certo le nuove attività all'interno dell'area ex Sibau non potranno risolvere i problemi del territorio ma è un primo faro davanti alle numersose salacinesche abbassate, e soprattutto è la testimonianza concreta che i capannoni vuoti, possono trovare nuova vita anche lontano dall'anima industriale di produzione di sedie e levigatura del legno per le quali erano nati.

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