UDINE. È trascorsa meno di una settimana dalla prima celebrazione ufficiale della Fieste de Patrie dal Friûl e in Consiglio regionale sbarca la proposta azzurra di istituirne una parallela, per la Venezia Giulia.
Un’idea figlia, come anticipato dal blog Il Perbenista, di un’alleanza goriziano-pordenonese tra i consiglieri di Forza Italia Elio De Anna e Rodolfo Ziberna che hanno depositato la loro proposta di legge per la “Salvaguardia e valorizzazione dell’identità e della cultura delle popolazioni della Venezia Giulia”, da attuare nelle province di Gorizia e Trieste. Una proposta di legge che, secondo i firmatari, non vuole dividere ancora il Fvg, bensì sottolinearne quelle peculiarità che stanno alla base della sua autonomia statutaria.
«Intendiamo promuovere – scrivono De Anna e Ziberna – la conoscenza della parte della regione che si trova a Oriente del Timavo, la Venezia Giulia, e salvaguardarne e valorizzarne la cultura, le tradizioni, la lingua, che come noto sono assai diverse da quelle friulane. Non per marcare differenze destinate a erigere steccati, ma per apportare ulteriori elementi di ricchezza al già cospicuo patrimonio culturale della nostra regione. Del resto è proprio sulle diversità che si fonda la specialità del Fvg». Identità, dunque, a differenza di quanto dichiarato recentemente dall’assessore alla Cultura Gianni Torrenti (Pd) per il quale le uniche, vere, esistenti all’interno dei confini regionali sono quella friulana e quella slovena. Non è così, però, per il duo forzista, nemmeno nel caso in cui si parli di lingue minoritarie.
«Parlando di specialità sotto il profilo culturale – continuano i consiglieri – accanto alla presenza delle lingue friulana, slovena e tedesca si deve tener conto anche di altri idiomi e linguaggi storici, sebbene non compresi nella legge nazionale di tutela delle minoranze linguistiche, presenti in queste terre di confine. Ci riferiamo a quella lingua di matrice veneta esistente nel nostro territorio regionale con le sue declinazioni: bisiaca, gradese, maranese, triestina, muggesana, liventina-pordenonese, goriziana-udinese-palmarina, istro-veneta, istro-romanza nell’Istria meridionale, e di tutte le parlate delle comunità di giuliani, istriani e dalmati in Italia e all’estero».Ed è proprio per sostenere la cultura «di cui questi idiomi sono espressione» che De Anna e Ziberna ritengono «si debba proseguire lungo questo percorso, sostenendo azioni per tutelare l’identità veneto-giuliana, con celebrazioni istituzionali, borse di studio, sostegno alla ricerca storico-archivistica, attività editoriale e culturali».
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