Palio studentesco, il sogno di una notte di mezza estate del Manzini
Sul palcoscenico del Palamostre di Udine gli studenti delll’Isis di San Daniele, che raccontano: il teatro ci ha cambiato

UDINE. A guardarli là, sul palco, dei ragazzi del Palio puoi dire davvero molto. Talentuosi, divertenti e divertiti, coraggiosi. E per questo, alla fine, l’applauso parte spontaneo, meritato. Eppure ne conosci solo una parte, una maschera appunto, per quanto velina e davvero semilucida: traspare molto in spensieratezza ed impegno, ma non tutto. Guardi l’attore-giovane.
Quando ho incontrato i ragazzi dell’Isis “V. Manzini” di San Daniele ho conosciuto i giovani-attori. Seduti a mezza luna di fronte a me, quasi a ricreare il momento sacrale del pranzo in famiglia, palcoscenico come tavolo imbandito, mi sento forestiero in cerca di vitto e alloggio, accolto con inaspettata ospitalità.
[[(MediaPublishingQueue2014v1) Palio studentesco, Isis Manzini sul palcoscenico]]
Iniziamo a parlare. Se oggetto dello spettacolo sarà “Sogno di una notte di mezza estate”, al classico manca quella patina di aderenza che il Palio chiede di sollevare, sforzo verso la personalizzazione.
«Uno degli elementi innovativi – esordisce Chiara Peloso - sta nel non portare scarpe o ciabatte: scalzi. Perché? Siamo in una dimensione orfica e questo ci permette di staccarci ancor di più da terra, oppure di entrarvi maggiormente in contatto: ce ne discostiamo, nondimeno ne entriamo a far parte».
Palio studentesco, sul palcoscenico i ragazzi del Magrini
Nella voce di Giulia Cosolo, nel suo tenero entusiasmo, è chiara la soddisfazione per un gruppo in continua sinergia crescente, difficile nascondere i sospiri per il suo ultimo anno di Palio, eppure lo sguardo è alto e punta alle accademie teatrali.
Mentre poi Sofia Gagliardi ci scherza su: «Ho sempre fatto parti maschili, quest’anno no...peccato». Nicola Antoniutti spera in uno spettacolo come e meglio dell’anno scorso, candeline in platea. E il più silenzioso del gruppo si rileva infine portatore del messaggio più bello: «Il teatro mi ha cambiato, tutti possono confermarlo. Mi ha fatto capire che ho una personalità in grado di relazionarsi con gli altri, non più il truce solitario che ero».
Epigrafe del Palio, grazie Dario Comisini. Entrato come ospite estraneo, esco come un vecchio amico.
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