«Udine è sotto pressione: chiediamo solidarietà»
L’assessore regionale Torrenti interviene sull’emergenza immigrati. «Con l’Anci stiamo lavorando su un piano a medio-lungo termine»
UDINE. «Chiediamo ai Comuni una forte solidarietà a tutela di quei sindaci che in questa fase stanno sopportando il maggiore peso dell’accoglienza».
L’assessore regionale alla Cultura e Solidarietà, Gianni Torrenti, è intervenuto sulla presenza in regione di rifugiati e delle conseguenti difficoltà sulla loro sistemazione. Con l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) Fvg, ha aggiunto Torrenti, «stiamo lavorando su due binari. Da una parte in una prospettiva di medio-lungo periodo, organizzando una accoglienza che non ci metta più in situazione emergenziale come è oggi. Per far ciò occorre avere un quadro del numero dei posti letto potenziali, in modo da renderli sufficienti per dare risposte nei momenti di crisi. Nel frattempo però i migranti arrivano e quindi occorre trovare necessariamente spazi privati, come alberghi e appartamenti, da utilizzare. Non vogliamo imporre nulla quindi abbiamo bisogno di una sollecitazione dell’Anci ai suoi associati perché raccolgano questa sfida, proprio per alleggerire quei sindaci che in questa fase stanno accogliendo molti rifugiati. Non si tratta di obbligare i Comuni a offrire più posti letto, ma di sottrarre parte dell’emergenza ad altri sindaci e su questo chiediamo una forte solidarietà».
Molto sotto pressione è Udine: «C’è la questione del parco Moretti, esito di un eccesso di presenze che deriva dalla lentezza con cui viene messa in piedi l’accoglienza diffusa», ha affermato Torrenti. È «un problema complesso ma è evidente che bisogna accelerare i tempi. La Regione sta cercando di fare la propria parte coordinando ma il rapporto strategico in tal senso è tra Comune e Prefettura e auspichiamo che si riescano a trovare soluzioni anche nella prospettiva di ulteriori richiedenti».
Riferendosi al via libera per interventi alla caserma «Cavarzerani», Torrenti ha spiegato che così «intendiamo migliorare l’accoglienza per i richiedenti asilo, evitando che vagabondino per la città, e attenuare al massimo l’impatto sui cittadini residenti. Non c’è alcuna intenzione da parte della Regione di favorire la trasformazione della caserma in un centro di accoglienza, ma c’era bisogno di un luogo di smistamento più adeguato rispetto alla tendopoli. È chiaro che l’intervento sulla struttura è indirizzato a dare una risposta che può essere solo temporanea e funzionale alla distribuzione dei richiedenti asilo in altre aree della regione».
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