UDINE. Abolire o sospendere il trattato di Schengen non risolverà il problema degli arrivi dei profughi in Italia e, quella di Maroni, è mera propaganda.
L’assessore regionale Gianni Torrenti boccia la proposta avanzata dal governatore della Lombardia nel corso dell’audizione che l’ex ministro degli Interni ha svolto al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione degli di Schengen.
In Regione, intanto, resta viva la problematica dei minori stranieri non accompagnati perché se i 25 arrivati a Romans d’Isonzo nei giorni scorsi hanno trovato una collocazione, lo stesso non si può dire per i tre di Tarvisio dove il sindaco Renato Carlantoni ha, per il momento, sospeso la minaccia di portarli in Prefettura, ma ha scritto direttamente al ministro Angelino Alfano.
La richiesta di bloccare la libera circolazione delle persone all’interno dei confini comunitari era stata già avanzata dal segretario regionale del Sap Olivio Comelli e, ieri, è stata reiterata da Roberto Maroni a Montecitorio. Una proposta abbinata alla richiesta di bloccare le partenze intervenendo direttamente sulle coste del nord Africa, ma che Torrenti rispedisce al mittente bollandola come inutile e populista.«Da un punto di vista prettamente cinico – ha spiegato l’assessore regionale –, visto che l’Italia è il principale luogo in cui sbarcano queste persone, la chiusura dei confini penalizzerebbe soltanto il nostro Paese. Ma al di là di questo, accettare le richieste di Maroni rappresenterebbe un grave errore politico, nonché una forte contraddizione, rispetto alla richiesta che tutte le forze politiche continuano a porre all’Europa per gestire congiuntamente una crisi umanitaria di queste dimensioni e complessità. La realtà è che Maroni fa la solita e mera propaganda».
Le schermaglie politiche non cancellano, però, i problemi che Regione ed enti locali si trovano a dover affrontare in Fvg.
Il più impellente, al momento, è quello legato alla reperibilità di nuove strutture di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati dopo che i cinque centri di accoglienza attualmente convenzionati risultano essere ormai saturi. Ieri 25 minori arrivati a Romans d’Isonzo hanno trovato una sistemazione, ma resta in piedi il nodo di Tarvisio dove Renato Carlantoni, per il momento, ha preso tempo posticipando la “minaccia” di trasferire i profughi in Prefettura.
Ma il primo cittadino di Tarvisio non getta la spugna e, ieri, ha scritto ad Alfano – oltre che a Serracchiani e al prefetto di Udine Provvidenza Delfina Raimondo - ponendo come “dead line” per la risoluzione il fine settimana. «Il prefetto mi ha chiamato alle 13 dicendomi che la soluzione era trovare un adulto maggiorenne al quale affidarli o cercare altre strutture convenzionate in Fvg e fuori Regione, ma al momento non le ho trovate, sono tutte occupate.
Ho replicato al prefetto che non si affrontano così i problemi: qui c’è un evidente “scarica barile” nel quale io mi sono assunto la responsabilità di mandarli in albergo. Le ho anche chiesto cosa farebbe se le portassi i minori in Prefettura e la risposta è stata che avrebbe provveduto a rimandarli a Tarvisio.
Sono basito e senza parole. Se entro questo fine settimana non verranno trovate soluzioni, prenderò gli opportuni provvedimenti. Siamo di fronte alla totale incertezza giuridica e alla responsabilizzazione dei sindaci. Non stiamo giocando al casinò, ma stiamo parlando di vite umane e di un’emergenza nazionale che dev’essere affrontata dal Governo e dai prefetti».