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Oggi Segrè: così contro lo spreco alimentare

Il fondatore del Last minute market farà una riflessione sul cibo offrendo la sua “ricetta”

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È uno dei più attesi e attuali l’intervento che oggi Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, fondatore di Last Minute Market, la campagna europea “Un anno contro lo spreco”, autore de “L’oro nel piatto” terrà oggi alle 19.15 in piazza San Giacomo, Segrè parlerà di paradossi: «Noi italiani abbiamo un pessimo rapporto con il cibo, malgrado questo Paese sia dotato di un patrimonio agroalimentare che non ha pari nel mondo».«Non siamo (più) in grado di riconoscere l’oro che abbiamo nel piatto e spendiamo piú per calare di peso che non per mangiare. Adottiamo bambini che muoiono di fame, dall’altra parte del mondo, e intanto gettiamo ogni giorno nel pattume chili e chili di cibo ancora buono. Lo spreco domestico vale lo 0,5 % del Pil, nei dati dell’Osservatorio Waste Watcher, e ci garantisce un doppio risultato negativo: sprecare il denaro con cui lo abbiamo acquistato e produrre tonnellate di spazzatura che poi pagheremo a caro prezzo, per farle smaltire. Intanto i piú poveri mangiano cibo spazzatura a basso prezzo»: junk food low cost».

Visualizzare i paradossi dello spreco alimentare - sostiene Segrè- ci aiuta per contrapposizione: recuperare il cibo significa coglierne i valori. «Non soltanto economici e ambientali, anche quello economico. Il cibo non è una “cosa” o una merce qualsiasi, non si rottama, non si rigenera né sostituisce. Eppure, perché resto in fondo ottimista sul futuro del sistema alimentare? Perché il mercato è governato dalle scelte dei fruitori: per carità, non chiamateci consumatori, sostituendo così l’azione, bellissima, del nutrirsi, del mangiare per vivere e stare bene, con l’azione fredda, pessimista e soprattutto negativa del consumare, distruggere, cancellare … Siamo tutti fruitori, e ogni giorno possiamo esercitare un grande potere semplicemente tenendo in mano una forchetta. Così, tutti noi “fruitori medi”, possiamo esercitare il potere “del carrello”: alzare l’asticella dei nostri bisogni, dimostrandoci disponibili a spendere un poco di piú per mangiare bene, in percentuale al nostro potere d’acquisto». «Questa tendenza verso l’alto - spiega Segrè - riuscirà a condizionare la gamma dei prodotti alimentari, trainando le qualità piú basse verso la qualità media del cibo».

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