Coltivazioni Ogm nuovo avviso per Fidenato
Si riaccende, durissima, la battaglia legale sulla coltivazione di mais Ogm. Il leader di Agricoltori federati Giorgio Fidenato, 54 anni, è stato raggiunto da un avviso di garanzia e il suo terreno...
Si riaccende, durissima, la battaglia legale sulla coltivazione di mais Ogm. Il leader di Agricoltori federati Giorgio Fidenato, 54 anni, è stato raggiunto da un avviso di garanzia e il suo terreno di Vivaro è stato nuovamente posto sotto sequestro: non è esclusa la distruzione del raccolto. L’imprenditore agricolo non si arrende e annuncia un esposto alla Procura di Bologna: «Sono perseguitato, indaghi su coloro che non rispettano la normativa europea: la magistratura perde tempo e denaro del contribuente». Anche se non nasconde di aspettarsi un analogo provvedimento per il campo, sperimentale, di Colloredo di Montalbano.
Il provvedimento, firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone Alberto Rossi su richiesta della Procura del 7 luglio, è stato eseguito ieri mattina dagli agenti del Corpo forestale regionale. Era stato lo stesso Fidenato ad autodenunciarsi, all’atto della semina avvenuta il 9 maggio; attendendosi anche la distruzione del mais in piena fioritura (l’ordinanza rimanda questa facoltà alla Procura), stavolta il paladino della battaglia per l’utilizzo in agricoltura di organismi geneticamente modificati, non intende recepirlo e annuncia battaglia legale, anche nei confronti della magistratura.
Giorgio Fidenato è indagato per avere violato il divieto di coltivazione di mais Ogm Mon 810 varietà Dkc 6667Yg, in un terreno di 2 mila 500 metri quadrati di proprietà della moglie e della cognata. Nel fascicolo d’indagine, oltre al rapporto del Noava e del Corpo forestale, sono state inserite l’autodenuncia dell’imprenditore agricolo e le analisi dell’Ersa. La semina, secondo l’ordinanza, viola il divieto imposto dal decreto ministeriale 22 gennaio 2015, proroga di quello del 12 luglio 2013. Per il giudice, l’illegittimità o la contrarietà della norma italiana rispetto a quella europea è «una peculiare opzione interpretativa» superata dall’approvazione, da parte del parlamento europeo, il 13 gennaio 2015, della nuova legislazione in materia.
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