Vendemmia 2015, clima ideale e uve sane: in Friuli attesi grandi vini
Raccolta al via il 20 agosto in pianura, si comincia con Ribolla gialla e Chardonnay Tra i rossi le migliori aspettative sono per il Merlot, tra i bianchi per il Pinot grigio

UDINE. Incrociano le dita, ma in cuor loro sanno di prepararsi a una vendemmia tra le più promettenti, che potrebbe restare negli annali. Clima ideale, forte escursione termica tra giorno e notte, estate soleggiata, buona distribuzione della pioggia durante la stagione e soprattutto grappoli sani, sanissimi che non hanno avuto bisogno di particolari trattamenti.
Gli elementi per imbottigliare grandi vini ci sono tutti e tutti insieme, forse come non è mai accaduto, almeno negli ultimi decenni. I viticoltori del Friuli Venezia Giulia continuano a lavorare sodo tra i filari e a ringraziare le condizioni meteo favorevoli, in vista delle prime raccolte, dal 20 agosto in poi, almeno in pianura, per i bianchi spumantizzati, come la Ribolla gialla, lo Chardonnay e il Prosecco.
Che l’annata viri al bello lo confermano gli esperti. «Le premesse sono molto buone - osserva Pietro Biscontin presidente del Consorzio Doc del Friuli Venezia Giulia e numero uno della cantina produttori di Casarsa -, lo stato di salute dei grappoli è ottimo, l’uva è sana. Diciamo che quest’anno, tra i vignaioli, c’è tranquillità e serenità. Sono sparite l’ansia e la paura del 2014, quando l’annata fu davvero molto complicata, con le continue piogge che misero a rischio molte varietà.
La vendemmia per i bianchi in pianura sarà avviata dopo il 20 agosto, forse da lunedì 24, sono dettagli da definire. Stiamo già facendo le campionature, la partenza è imminente. Per i rossi non se ne parla prima di metà settembre, a meno che non intervengano fatti eccezionali e al momento non prevedibili. Avremo più uva e quindi più vino rispetto al 2014, ma l’annata sarà nella norma, non particolarmente abbondante. Un 10 per cento in più rispetto all’anno precedente credo sia ragionevole prevederlo.
La qualità? C’è una grande aspettativa, è inutile negarlo. Direi che potremmo avere un ottimo Pinot grigio, ma promettono tanto anche Chardonnay, Ribolla gialla e Sauvignon. In particolare fare un Sauvignon eccellente significherebbe dare ancora maggiore impulso all’export, sfruttando pure la notorietà del concorso mondiale che si è svolto qui in Friuli. Tra i rossi c’è il Merlot che si sta sviluppando benissimo, almeno così ci dicono i tecnici».
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Ottimista anche Rodolfo Rizzi, presidente regionale di Assoenologi e direttore della cantina di Cormons, sul Collio, uno dei territori-santuario della produzione friulana. «Le premesse ci dicono che avremo un vino di alta qualità - spiega -. A cinque stelle, cioè il massimo, per diverse varietà. E’ difficile anche paragonare la stagione 2015 con altre del passato: quest’anno la natura ha soddisfatto tutte le richieste del viticoltore, forse non è mai accaduto almeno in tempi recenti». Il clima è stato il fattore decisivo.
E anche nei prossimi giorni nulla dovrebbe cambiare in peggio. «Usciamo da un 2014 disastroso per l’enologia di questa regione - ammette Rizzi -: abbiamo avuto scarsa quantità e uva molto acquosa. Il vino in tanti casi si è salvato solo grazie a uno straordinario lavoro dei tecnici in cantina.
Nel giro di 12 mesi tutto è cambiato. L’ultimo inverno non è stato particolarmente freddo e in primavera ha piovuto il giusto. E’ caduto il 50 per cento di acqua in meno rispetto a un anno fa, ma la pioggia è stata ben distribuita, in modo uniforme. Il tanto sole dell’estate ha fatto bene alle piante, ma la cosa più importante è stata l’escursione termica: siamo passati dai 18 gradi delle notti ai 36 in pieno giorno.
E lo sbalzo termico favorisce lo sviluppo di aromi e profumi, in particolare in vini come il Sauvignon. Inoltre le uve sono sane, non hanno avuto bisogno di trattamenti. Credo che faremo circa 1,5 milioni di ettolitri in tutto, il 60 per cento sarà costituito da Prosecco e Pinot grigio, che sono i cosiddetti bacini economici. Ma il restante 40 per cento della produzione, tra i cui i vitigni storici e autoctoni, potranno avvantaggiarsi del traino per le esportazioni proprio da Prosecco e Pinot grigio».
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