La rivolta di Sacile: chiederemo di cambiare diocesi
Antonio Altinier, presidente onorario del gruppo Ana: «I parroci della diocesi di Vittorio Veneto censurano la preghiera dell’alpino e vogliono comandare: fanno male alle penne nere»
SACILE. «I parroci della diocesi di Vittorio Veneto censurano la preghiera dell’alpino e vogliono comandare: fanno male alle penne nere, a Sacile e all’Italia». Il cuore di alpino prima di tutto: Antonio Altinier presidente onorario del gruppo Ana di Sacile non le manda a dire.
«Sono pronto a incontrare il vescovo della nostra diocesi, monsignor Corrado Pizziolo». Quello che reclama Altinier con 200 alpini a Sacile è la recita della preghiera sull’attenti, davanti all’altare. Tira aria di divisioni diocesane: in città le polemiche hanno innescato l'ipotesi. «Sacile passi - hanno suggerito Roberto e Antonio nel passaparola di Facebook - alla diocesi di Pordenone-Concordia: scriveremo al Papa».
«La censura è capitata ai fratelli alpini a passo San Boldo - ha riassunto Altinier -. Ho litigato 10 anni con l'ex parroco di Sant’Odorico e non l’ha mai avuta vinta: voleva censurare la nostra preghiera. Nelle chiese di Sacile la recitiamo secondo la tradizione del Dopoguerra».
«Pacifismo ideologico? - si chiedono gli alpini a Sacile nella sede Colonia Tallon -. Le disposizioni del vescovo Pizziolo censurano i contenuti dei brani alpini: cantati e letti in chiesa». «Siamo al paradosso - ha commentato Placido Fundarò assessore alla sicurezza a Sacile -. La Chiesa e lo Stato hanno ambiti diversi di intervento e gli alpini sono un corpo glorioso che ha costruito la storia d’Italia.
La preghiera degli alpini ha diritto alla recita e canto come espressione di un sentimento comune patrio». Il vessillo sezionale, i gagliardetti, i labari e la preghiera sono un patrimonio inossidabile dell’identità.
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