Musica ritenuta troppo alta alle 21.40, vigile manda i carabinieri
Pordenone: era solo la festa di inaugurazione di una concessionaria Citroen e scoppia la polemica

PORDENONE. «Mi piacerebbe tanto sapere se quel casino tun-ci- tun-ci-tun- ci che si sente ora, 21.40, in tutta la zona ospedale e quartieri limitrofi, anche dentro le private abitazioni a finestre chiuse, fa parte del “Party” acustico. Oppure se non c’entra. Grazie a chi mi svela l’arcano».
E’ cominciata con queste parole, postate su Facebook, la polemica che ha coinvolto, venerdì sera, un vigile urbano residente nel quartiere di via Montereale e numerosi concittadini. L’agente della municipale, stufo della musica ad alto volume, ha sospettato che provenisse dalla movida acustica in centro.
Poi, però, reso edotto sempre sui social che la musica arrivava dal party d’inaugurazione di “Porto motori”, la concessionaria Citroen di viale Venezia, ha deciso di chiamare i carabinieri, che poco dopo le 23 sono intervenuti per far abbassare il volume del dj set.
Apriti cielo. «Alle 21.30 se qualcuno viene a dirmi di non fare casino ben che gli vada lo mando...» ha scritto un utente. «Ottima mossa, da vero pordenonese a cui non passa niente nella vita!» ha rincarato la dose un altro. «Ma una bella casa dietro a un cimitero non avete mai pensato di comprarvela?» si è aggiunta un’ulteriore voce, tra riferimenti a «PN, Poveri Noi» e a «Pordenoia».
Il vigile che ha avvertito i carabinieri si è difeso: «Amici della noche, se non lo sapete esistono delle norme che regolano la convivenza – ha scritto -. Non sono io quello che le infrange. Chi ama il casino può andare ad organizzarlo nelle grave dove non disturba nessuno. Tuttavia se qualcuno c’è tra i fracassoni che mi vuole regalare una casetta in campagna sarò ben lieto di spostarmi».
«Le forze dell’ordine sono arrivate poco dopo le 23 – ha raccontato dal canto suo Roberto Bravin, titolare di “Porto motori”, tra i protagonisti della festa – e ci hanno chiesto cortesemente se potevamo abbassare il volume. Anche loro si sono resi conto che non stavamo facendo chissà quale baccano. Soprattutto, la serata stava volgendo al termine. Siamo rimasti per quanto successo». E con lui anche molti altri pordenonesi.
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