Nutella in marilenghe indigesta a molti friulanisti ma piace a Fontanini
Diego Navarria critica gli errori di scrittura sulle confezioni. Dalla Provincia c’è invece apprezzamento per la campagna
di Mattia Pertoldi
UDINE. Terra di polemiche, la nostra. Territorio dove tutto, prima o dopo, finisce nel tritacarne dei mugugni e dei mal di pancia. Specialmente quando si parla di friulano, di tutela o valorizzazione della “marilenghe” e di difesa delle tradizioni, anche linguistiche, del Friuli.
E così, in questo lembo di Nordest all’estremo d’Italia, nella bagarre ci finisce anche... la Nutella. Sì, probabilmente il prodotto più conosciuto della multinazionale del cioccolato Ferrero che ha deciso di “prestare” lo spazio sulle sue etichette ai dialetti e alle lingue del Belpaese.
E tra queste c’è anche il friulano, selezionato dopo una ricerca accurata lungo tutto lo stivale come unica lingua minoritaria, assieme a quelle di Sardegna e Valle d’Aosta, per prendere vita in nove espressioni tipiche della marilenghe che faranno la loro bella figura in tutti gli scaffali della penisola. Il problema, sempre se tale, è che dalle parti di Alba qualche errore nella compilazione delle frasi lo hanno commesso, facendo sobbalzare sulla sedia i puristi del friulano.
Lo spot realizzato dalla Nutella per l'iniziativa in dialetto
A partire da Diego Navarria, sindaco di Carlino, ma soprattutto eletto – poco meno di tre mesi fa – primo presidente dell’Assemblea della comunità linguistica friulana e che ieri si è sfogato, di prima mattina, sul proprio profilo Facebook.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) «Occasione per avvicinarsi alla nostra lingua»]]
«Non ci siamo – ha tuonato Navarria –. La migliore intenzione, anche quella lodevole di utilizzare le varie parlate per vendere Nutella, può ottenere irritazione in chi non si sente rispettato per quello che è. Scrivere “Il tuo dialetto” sopra l’elenco delle frasi in lingua friulana è offensivo. Vorrei propio vedere come un qualsiasi italiano reagirebbe di fronte a chi qualificasse alcune frasi in lingua italiana come frasi dialettali».
Un problema di definizione del friulano – riconosciuta come lingua minoritaria dallo Stato italiano sin dal 1999 –, ma anche di contenuti della campagna di marketing della multinazionale e della diffusione delle etichette. «Su 8 frasi in friulano – ha concluso Navarria – ben 3 sono scritte in modo errato. Trovo inaccettabile che in una campagna di vendita che sarà costata fior di quattrini alla multinazionale Ferrero non si sia chiesta la consulenza a una persona che conoscesse la nostra lingua.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) La Nutella parla anche in friulano: biel et bon]]
E poi è inaccettabile che le etichette in lingua friulana siano destinate alle province di Udine e Pordenone, mentre in quella di Gorizia si troveranno quelle in dialetto veneto. Quindi chi abita a Cormons o a Mariano del Friuli o a Capriva del Friuli dovrà convincersi a gustare la famosa crema alla nocciola leggendo “Come xea” oppure “Ostregheta”».
Mastica amaro, dunque, Navarria a differenza di Pietro Fontanini che invece plaude all’iniziativa della Ferrero. «È davvero una bella idea – ha spiegato il presidente della Provincia di Udine – grazie alla quale si evidenzia come il nostro Paese sia formato da tanti popoli di culture e lingue diverse. Gli errori in friulano? Probabilmente non si saranno affidati ad un esperto di marilenghe, ma non toglie nulla alla bontà della campagna Nutella».
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