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I pediatri: riducendo le coperture si mettono a rischio tutti i bambini

Solidarizzano con le perplessità dell’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, in merito al finanziamento a un convegno che, nei fatti, va contro le politiche sanitarie del Friuli Venezia Giulia

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(ansa)

UDINE. Solidarizzano con le perplessità dell’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, in merito al finanziamento a un convegno che, nei fatti, va contro le politiche sanitarie del Friuli Venezia Giulia. Ma nel contempo vorrebbero evitare di entrare in polemica con associazoni che «nulla hanno a che vedere con il rigore medico-scientifico».

Proprio per questi due motivi, Paolo Lubrano, pediatra, presidente della sezione Fimp (Federazione italiana medici pediatri) e riconosciuto esperto di immunologia, affidandosi a toni soft ritiene che in questa ingarbugliata vicenda sia doverosa una premessa per sgomberare il campo da equivoci, da informazioni errate e da polemiche tanto sterili quanto inutili.

«Paradossalmente - spiega Lubrano - il movimento anti-vaccinazioni è legato al successo delle vaccinazioni medesime. È uno strano paradosso e un presupposto errato che scaturiscono nel momento in cui certe malattie non si riscontrano più o si vedono molto raramente e che crea la convinzione che queste patologie non esistano proprio. Eccolo, il presunto successo o il cavallo di battaglia di questi movimenti». Come dire anche «che il vero approccio a queste tematiche imporrrebbe di parlare con estremo rigore di prevenzione delle malattie e non di vaccini».

Quanto alla cosiddetta soglia di allarme al di sotto della quale la copertura della comunità contro determinate malattie è messa a rischio, il presidente del Fimp sostiene che detta soglia non è uguale per tutte le patologie.

«Quello cui la medicina deve puntare - insiste - è di evitare la ripresa di epidemie in Paesi, come l’Italia, che ormai sono immuni da certe malattie. Se prendiamo ad esempio la poliomelite che da noi è scomparsa, per debellarla definitivamente dal mondo dovremmo riuscire a effettuare una vaccinazione capillare in Afghanistan e Pakistan dove questa grave malattia è endemica».

Il Fimp non si meraviglia poi della presenza di alcuni medici sostenitori dei movimenti anti-vaccinazioni. Lubrano sostiene al proposito che si tratta di un fenomeno per così dire fisiologico. «In queste vicende c’è sempre qualche medico a favore.

Ma senza entrare in polemica, aggiungo che questi colleghi dovrebbero - e lo sanno - portare elementi scientificamente attendibili, cosa che non accade. Loro sostengono di vedere tante persone con danni da vaccini, ma alla prova dei fatti non riescono a supportare queste ipotesi con dati reali.

E nel mondo scientifico - e anche questo dovrebbero sapere - tutto deve essere comprovato, accertato e acclarato da dati e studi. Diversamente parliamo di aria, del nulla».

Tornando sul “convegno della discordia”, il rappresentante dei pediatri ritiene che i soldi dei contribuenti dovrebbero essere erogati con maggiore raziocinio.

«Non si tratta di effettuare alcuna censura, ma da qui - precisa meglio - a offrire denaro pubblico ce ne passa. Con lo stesso principio potremmo allora finanziare qualsiasi convegno, di qualsiasi organizzazione. E non credo che ci si possa permettere il lusso di spendere denaro pubblico per iniziative perlomeno discutibili».

«È chiaro, infine, che vedere il timbro della Regione sulla locandina del convegno ci ha lasciati perlomeno perplessi se non addirittura increduli».(d.pe.)

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