"No ai vaccini". E la Regione paga: bufera sull'assessore Torrenti
Esecutivo bifronte: da un lato incentiva la campagna per tutelare i minori e dall’altro eroga soldi a chi invece la contesta: dalla Cultura 8 mila euro per un convegno anti-profilassi. Giunta spaccata. Telesca: è un errore. Torrenti: non mi pento
di Domenico Pecile
UDINE. Un approccio strabico, da Giano bifronte - tanto per evitare una terminologia psichiatrica - con il risultato di un imbarazzante harakiri. Protagonista la Regione Fvg che nel mentre sta profondendo il massimo sforzo politico-finanziario per la campagna a favore delle vaccinazioni offre - tramite l’assessorato alla Cultura - un contributo di 8 mila euro per un convegno, organizzato dal Comilva, dal titolo inequivocabile: “Il ragionevole dubbio”. Quello appunto sui presunti rischi delle vaccinazioni pediatriche.
Insomma, un pessimo autogoal che l’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, incassa con un mix di irritazione e sorpresa.

Dice, la Telesca, che «la Regione Fvg è sempre stata e rimane molto chiara in materia di vaccinazioni» perché «vuole contrastare il calo delle coperture vaccinali con un costante impegno che tiene contemporaneamente presente il diritto alla salute del bambino e il principio della protezione della salute della collettività». Aggiunge che questa è «una linea senza oscillazioni».
Sottolinea che «per quanto attiene alla specifica segnalazione di un contributo alla pnlus Comilva Fvg-Libertà di scelta nelle vaccinazioni», il cui convegno era in agenda ieri a San Vito al Tagliamento, il contributo «è stato concesso dagli uffici della Direzione della cultura in base alla legge sul volontariato e sulle associazioni di promozione sociale».
Infine, si dissocia dalla vicenda («è una puntualizzazione e non vuole essere una polemica») in questo modo: «Ho espresso all’assessore Torrenti tutte le mie perplessità sull’opportunità di permettere che la Regione fosse associata a questo evento, gli ho chiesto di approfondire le modalità di applicazione dei regolamenti e di valutare il perfezionamento delle norme. Penso dobbiamo lavorare per evitare che alla popolazione giungano segnali contraddittori su questioni rilevanti di salute pubblica».

Dunque, molto di più di un semplice incidente di percorso se è vero come è vero - sono ancora le parole dell’assessore alla Salute, Telesca - che tra pediatri e specialisti serpeggia una certa preoccupazione «perché si sta scendendo sotto la soglia del 95 per cento di vaccinazioni; un limite al di sotto del quale la copertura per la comunità sarebbe tale da mettere in pericolo le persone più fragili.
Senza contare che assieme ai pediatri stiamo facendo uno sforzo informativo senza precedenti, investendo denaro pubblico. Poi scopri che c’è un convengo che rema contro e finanziato da noi» con tanto «di timbro della Regione» sulla locandina.
L’assessore alla Cultura, Gianni Torrenti, non fa una piega. «I contributi, compreso quello dato alla Onlus in questione - precisa - vengono erogati sulla base di un punteggio stabilito dal regolamento che non prevede di considerare l’oggetto del progetto. Del resto, mi pare sia impossibile poter censurare attività di volontariato. La questione, lo ammetto, è molto delicata».
Delicata a tal punto che i pediatri usano una provocazione per replicare all’assesore, affermando che se davvero tutto è lecito e finanziabile si potrebbe anche prevedere il riconoscimento di contributi per convegni pro-Is.
«Di questo problema - insiste Torrenti - ho parlato anche in aula ricordando, appunto, che il Regolamento non prevede il merito della richiesta di contributo. Non vedo poi come un assessore possa censurare la libertà di opinione di un incontro a meno che il medesimo non sfoci nel reato».
Poi, mette le mani avanti e ribadisce che «non condividiamo assolutamente la posizione della Onlus perché tutti, all’interno della Giunta regionale, siamo estremamente favorevoli alle vaccinazioni e nel contempo molto preoccupati dal comportamento delle persone che ritengono di non far vaccinare i propri figli».
Torrenti precisa comunque di non essere «imbarazzato dalla vicenda». E ribadisce che da un lato gli dispiace «che ci siano gruppi contrari alle vaccinazioni proprio nel momento in cui la Regione sta profondendo il massimo sforzo nella direzione opposta» e dall’altro si dice dell’avviso «che non potevo intervenire censurando la manifestazione».
Nessuna censura, ma resta il nodo dei soldi pubblici che la Regione ha stanziato contro se stessa. Telesca, per evitare strappi traumatici all’interno dell’esecutivo regionale, ribadisce che andranno riviste le modalità regolamentari sull’erogazione di determinati contributi.
«In ogni caso - aggiunge per smorzare la polemica - quello che è accaduto va inserito nel quadro delle attività delle organizzazioni di volontariato, la salvaguardia della loro autonomia e del pluralismo: il fine è garantire la libertà e la possibilità di espressione nel dibattito su temi di interesse collettivo». Resta il fatto che «al di là della letteratura scientifica esiste anche il buon senso.
Non bisogna dimenticare - conclude l’assessore alla Salute - che certe malattie sono scomparse proprio in virtù delle vaccinazioni di massa. Ma questo non può indurci nell’errore di pensare che per questo adesso la vaccinazione diventi inutile se non addirittura una pratica pericolosa per la salute. Per questo continueremo nel lavoro di divulgazione di notizie assieme ai pediatri, con l’obiettivo di fornire il massimo delle informazioni alla popolazione per metterla al riparo da strane e pericolose tesi».
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