Electrolux, i vertici italiani a confronto con i sindacati
Sul tavolo le ricadute del fallito piano di espansione sul mercato americano. Sarà anche analizzato l’andamento dei siti produttivi, tra cui quello di Porcia

PORDENONE. Tempo di bilanci per Electrolux: oggi, a Bologna, i vertici italiani della multinazionale incontreranno le segreterie sindacali nazionali di Fim, Fiom e Uilm per effettuare un primo approfondimento della situazione del Gruppo in Italia e verificare le eventuali ricadute della débâcle subita dalla casa europea negli Stati Uniti.
Il fallito piano espansivo sul mercato americano, con la preclusione all’azienda dell’acquisto della divisione elettrodomestici di General Electric per l’opposizione dell’antitrust Usa, ha prodotto un contraccolpo sul titolo Electrolux in borsa e una penale di oltre 200 milioni di dollari.
La strategia espansiva della multinazionale, a livello globale, deve essere quindi ripensata. Un quadro che si intreccia con l’evoluzione della crisi degli stabilimenti italiani, che presentano profonde differenze. Al centro dell’incontro ci sarà infatti anche l’analisi sull’andamento dei siti produttivi.
Per quanto riguarda la fabbrica di Porcia, che dà lavoro a mille 300 dipendenti, i volumi delle lavatrici da produrre sono ancora in contrazione, seppur meno marcata rispetto alle previsioni del piano ministeriale. Il problema principale è legato alla traduzione in realtà del progetto di reindustrializzazione del sito, che dovrebbe scongiurare una parte dei 336 esuberi, ma su cui incombono ancora interrogativi.
La situazione più critica, comunque, si continua a registrare nello stabilimento di Solaro, che produce lavastoviglie e impiega 900 unità: contrazione delle quote di mercato, più forte delle previsioni, e conseguente riduzione di volumi non lasciano presagire nulla di positivo. In questo caso, le difficoltà registrate negli Usa potrebbero avere riflessi diretti, come preannunciato dalla società.
Situazione diversa per il sito di Forlì, che produce forni e piani cottura e impiega 900 addetti: visto il positivo andamento sui mercati, non si ricorrerà più all’utilizzo dei contratti di solidarietà. Stessa sorte potrebbe toccare alla fabbrica di Susegana, che impiega mille 100 maestranze (il primo anno di solidarietà scade il 31 marzo).
Sul fronte della produzione si è passati dai 680 mila frigoriferi del 2012 a poco meno di 900 mila apparecchiature in programma per il 2016. Da tempo il sindacato insiste sulla «necessità di nuove assunzioni, per evitare di ricorrere a un utilizzo consistente di straordinari, come accaduto nel 2015». Quello odierno è un primo vertice in forma ristretta: il 10 febbraio a Mestre è in programma l’incontro con le rappresentanze degli stabilimenti.
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