Danni dall’invasione delle pecore, tre Comuni a caccia di soluzioni
Proteste a Cividale, Premariacco e Moimacco per il passaggio e la sosta anche di 2 mila capi per volta. Miani: la transumanza non ha mai dato problemi, ora si esagera, da rivedere regolamento e sanzioni

CIVIDALE. Ormai è un’orda, un’invasione, lamentano gli agricoltori dei Comuni di Cividale, Premariacco e Moimacco.
Quella che fino a tempi recenti era presenza contenuta e pacifica, diciamo così, è divenuta un’autentica occupazione carica di conseguenze. Parliamo del fenomeno della transumanza, che in loco, a quanto pare, è decisamente uscito dai binari e che sta dando filo da torcere ai diretti interessati (i proprietari, cioè, dei terreni sui quali le greggi transitano e brucano) e alle amministrazioni della zona.
Venerdì, nella frazione di Firmano, l’ultimo caso, che ha esasperato gli animi (quelli, per la precisione, dei titolari dell’azienda Vecchiutti) e innescato la macchina delle segnalazioni alle forze dell’ordine, dai carabinieri alla polizia municipale cividalese.
«Il punto - chiarisce l’assessore Elia Miani – è che si è persa la misura. Per 30, 35 anni tutto è filato liscio: Cividale era abituata all’arrivo di un gregge, sempre lo stesso, che occupava (con le necessarie autorizzazioni) alcuni appezzamenti e che mai, ripeto, ha provocato disagi.
Anzi: era presenza gradita, momento simpatico. Negli ultimi periodi, però, la situazione è cambiata radicalmente. Le greggi, che provengono da Veneto e Trentino, sono diventate tre, quattro, perfino cinque: e si parla di 1.500, addirittura 2 mila pecore per volta che i pastori fanno passare e sostare senza criterio né attenzione su terreni che non avrebbero titolo a occupare, non disponendo dei necessari via libera».
E l’andazzo, appunto, si sta consolidando: «Al di là dello stazionamento illecito – puntualizza Miani –, vi è la questione dei danni. Pesanti, in vari casi, a sentire gli agricoltori. Spesso, infatti, le pecore calpestano campi seminati: le ripercussioni sono inevitabili».
Due anni fa, proprio per arginare il problema, il Comune di Cividale (assieme a quelli di Premariacco e Moimacco) aveva varato un regolamento che impone la richiesta di autorizzazione al transito 20 giorni prima dell’arrivo degli animali.
Ma quasi nessuno rispetta la prescrizione. «Preferiscono rischiare di pagare la multa, visto che al momento è quasi irrisoria – motiva l’assessore –. Non ci rimane altra scelta, così, che alzare l’importo della sanzione da 50 a 500 euro.
Ci sono centri del circondario che si sono visti costretti a impedire la transumanza sul proprio territorio, tale era l’entità dei danneggiamenti. Noi non vorremmo dover arrivare a questo: significherebbe interrompere un’usanza di vecchia data, sarebbe un peccato».
L’unica via, dunque, è appunto quella dell'inasprimento delle sanzioni: insieme alle altre municipalità toccate dalla problematica, così, il Comune di Cividale metterà presto mano al ritocco del regolamento.
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