Anche da Manzano arriva la smentita «Non ci sono prove»
«Quali sono le prove di questa foiba da 200 a 800 persone secretata per un settantennio? Ottocento persone i cui familiari sarebbero rimasti silenziosi per tutti questi anni?». Il presidente dell’Anpi...
«Quali sono le prove di questa foiba da 200 a 800 persone secretata per un settantennio? Ottocento persone i cui familiari sarebbero rimasti silenziosi per tutti questi anni?».
Il presidente dell’Anpi di Manzano, Olvi Tomadoni, prende le distanze dal documento della Farnesina che attesterebbe la presenza di una fossa comune a Rosazzo.
«Duole constatare – precisa – che alcuni intendano infierire strumentalmente su fatti dolorosi occorsi nel finire e subito dopo la seconda guerra mondiale e che si continui a perseverare in una direzione sbagliata». «A che pro – si chiede ancora – continuare a gettare benzina sul fuoco dato che ogni barbarie, nessuna esclusa, è fonte della guerra nazifascista e non certo perpetrata dalla “Garibaldi Natisone” e da suoi comandanti?».
A Manzano quindi non esisterebbe alcuna prova di una foiba. «Nel dopoguerra – dice Tomadoni – l'intera zona soggetta a viticoltura, con tanto di scavi, riporti e terrazzamenti, non ha svelato quello che oggi Luca Urizio afferma sulla presunta fossa comune».
Infine l’Anpi attacca l’ex sindaco Daniele Macorig che nei giorni scorsi aveva accusato l’associazione «di aver nascosto molti fatti». «Macorig evidentemente non sa – conclude Tomadoni –, e peggio ancora se dimentica, che l'Italia fascista nel 1941 ha invaso la Iugoslavia senza dichiarazione di guerra, cui seguirono ogni sorta di crudeltà rivolte all'annientamento delle popolazioni slave. Inoltre dimentica che Mussolini trascinò l'Italia in una guerra sanguinosa credendo». (d.v.)
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