La rivelazione: "La fossa comune si trova a Poggiobello"
Decine di persone avrebbero reso dichiarazioni ai carabinieri in questi giorni. La zona si troverebbe dietro Rocca Bernarda. Le testimonianze conducono nell’area del manzanese. I sindaci: vogliamo la verità

Nelle colline tra Manzano e Premariacco, c’è la località di Poggiobello. Lì sarebbe nascosta la fossa comune, in cui «dovrebbero essere sepolti da 200 a 800 cadaveri – come cita il documento della Farnesina – interrati a poca profondità». Le testimonianze fornite in questi giorni ai carabinieri, che conducono le indagini, punterebbero dritte a quella località.
«Il muro di omertà» come lo ha definito nei giorni scorsi il presidente della Lega Nazionale, Luca Urizio, colui che ha portato alla luce il documento del Ministero degli Esteri, sembra essere crollato.
Racconti dei padri e dei nonni sarebbero usciti in questi giorni dalla voce di parenti. Vecchi segreti riemersi, dopo che quell’indagine aperta nel ’95 sulla fossa era stata «insabbiata».
Ma c’è di più. A Poggiobello c’era un rudere, la cjasate come la chiamavano i residenti, in cui sarebbero avvenute le esecuzioni. Immersa nella boscaglia, sarebbe stata teatro di sparizioni, torture e delitti. Lo racconta sempre la gente del posto, che in questi giorni, spinta anche dalla curiosità e dagli articoli del nostro quotidiano, si è spinta tra i boschi per vedere se esiste ancora. Senza, però, trovarla.
Roberto Trentin è il sindaco di Premariacco. I carabinieri della compagnia di Palmanova hanno setacciato anche il “suo” territorio mercoledì mattina. Trentin in questi giorni ha “raccolto” alcune testimonianze spontanee. «Un residente di Ipplis – dice – mi ha riferito, dai racconti del papà, che qualcosa si nasconde qualcosa nella zona proprio alle spalle di Rocca Bernarda. E poi c’è un manzanese che mi ha detto che in quell’area venivano portati i cadaveri. Tutti sanno, mi ha raccontato, ma per timore forse non sono mai usciti allo scoperto».
Ma al di là delle dichiarazioni, Trentin sottolinea: «Vogliamo la verità. Questa vicenda ha suscitato amarezza tra gli anziani del paese. Ha fatto rivivere momenti che mai avrebbero voluto ricordare. Non so se questo sia dovuto al fatto che si vuole nascondere qualcosa o qualcuno è a conoscenza dei fatti. Ma c’è un velo di tristezza». Trentin vuole vederci chiaro, insomma.
«Dobbiamo andare oltre le ideologie – spiega – e spingerci a capire cosa è realmente accaduto in questi posti settant’anni fa. Se realmente ci fosse questa fossa comune, sarebbe giusto dare giusta sepoltura a queste persone che hanno lottato e hanno avuto una terribile fine».
Per il sindaco di Premariacco «non si tratta di trovare i colpevoli. Non vogliamo puntare il dito contro nessuno. Non è nostra intenzione riaprire vecchie ferite e nemmeno strumentalizzare , ma soltanto di dare risposte a chi si pone ancora interrogativi.
E ci sembra giusto dare risposte ai parenti degli assassinati». Un invito insomma a parlare rivolto a chi sa, o ha sentito raccontare qualcosa, per aiutare anche i carabinieri nelle indagini «altrimenti anche noi giovani generazioni – conclude il primo cittadino – rischiamo di non fare il salto di qualità per evitare che ciò non accada più». Lo stesso appello viene lanciato dal sindaco di Manzano, Mauro Iacumin.
«Siamo a disposizione delle autorità giudiziarie per le indagini – dice Iacumin –. Anche a noi interessa ristabilire la verità. L’importante è che questo fatto non crei strumentalizzazioni o propagande ideologiche perchè non ne abbiamo bisogno».
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