Il sistema bibliotecario con 18 comuni è a rischio chiusura
La legge sui beni culturali lo vincola ai confini dell’Uti Friuli centrale. Sindaci e assessori sollecitano la Regione a modificare la norma

UDINE. Poco importa se il sistema bibliotecario dell’hinterland udinese gestisce più di 271 mila prestiti all’anno e conti più di 19 mila utenti attivi, quel sistema considerato dagli amanti dei libri e dagli amministratori una vera e propria eccellenza, è a rischio.
Udine è l’unico comune capoluogo a gestire il servizio in un territorio così vasto. A minare il progetto è la nuova legge regionale sui Beni culturali (23/20159) che obbliga i sistemi bibliotecari a mantenersi all’interno dei confini delle Unioni territoriali intercomunali (Uti). Nel nostro caso, però, l’estensione del sistema bibliotecario dell’hinterland è molto più ampia di quella dell’Uti Friuli centrale.
I confini del sistema dell’hinterland udinese che oltre alla Joppi e alla biblioteca d’arte comprende anche le biblioteche di Buja, Campoformido, Martignacco, Manzano, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia, Povoletto, Pozzuolo, Pradamano, San Giovanni al Natisone, Santa Maria la Longa, Tarcento, Tavagnacco, Treppo Grande, Tricesimo e Trivignano, rischiano insomma il ridimensionamento.
A meno che la Regione non elimini quel vincolo previsto dalla legge sui Beni culturali. Da qui l’appello trasversale degli amministratori per convincere l’assessore alla Cultura, Gianni Torrenti, a correre ai ripari.
«Tutti i Comuni stanno sollecitando la Regione a modificare il capo terzo della legge 23 del 2015 o a trovare un modo per sostenere la continuità dei servizi» afferma l’assessore alla Cultura, Federico Pirone, facendo seguito alla lettera già indirizzata dal sindaco, Furio Honsell, alla giunta Serracchiani per sollecitarla a intervenire e a mettere in sicurezza il sistema bibliotecario dell’hinterland udinese, istituito nel 2010. Il caso del sistema bibliotecario non mette assolutamente in discussione la riforma degli enti locali sulla quale l’amministrazione di palazzo D’Aronco continua a dirsi favorevole.
Nel 2005 fu una specifica legge regionale a individuare la biblioteca Joppi come centro di sistema dell’hinterland. «È quella che ha risorse e prestigio per armonizzare e coordinare i servizi offerti» aggiunge Pirone nel far notare che il sistema garantisce il servizio a più del doppio degli abitanti della città.
«La legge sui Beni culturali prevede che per ogni Uti ci sia un sistema bibliotecario» insiste l’assessore secondo il quale «questa norma rischia di compromettere uno dei sistemi di eccellenza della regione». Come Pirone anche gli amministratori dei Comuni coinvolti chiedono a gran voce la modifica della legge.
«Questo - fa notare ancora Pirone - non è un parere rispetto all’utilizzo del servizio, bensì un parere rispetto a un percorso che è un fiore all’occhiello del Fvg». Sono i numeri a confermarlo. Basti pensare che negli ultimi due anni i prestiti sono aumentati di 9.804 unità. Gli utenti attivi, quelli a cui è stato prestato almeno un volume in un anno, di 1.140 unità.
«Con spirito di collaborazione stiamo chiedendo la modifica della legge per far riconoscere un servizio nato dal basso» conclude Pirone nel dirsi certo che la Regione coglierà la richiesta degli amministratori friulani. Sempre secondo l’assessore è giusto che la biblioteca Joppi continui a gestire il servizio integrato perché è un punto di riferimento anche per la cultura friulana e garantisce un servizio di prossimità.
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