C’è un nuovo documento: duecento “desaparecidos”
Un inedito su Manzano tra le carte della Farnesina. È datato 8 luglio 1945. I friulani sarebbero stati prelevati di forza dalle formazioni slave

Duecento uomini della zona di Manzano, prelevati di forza dalle formazioni slave, si trovano dislocati in Slovenia. Le famiglie sono prive di notizie da diversi mesi».
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Spunta un altro documento inedito tra i faldoni della Farnesina. È datato 8 luglio 1945, ma la “fonte confidenziale” è del 9 giugno dello stesso anno. Parla di duecento “desaparecidos”. Duecento, come il numero dei sepolti nella presunta fossa, secondo l’informativa del 30 ottobre 1945.
A rendere noto l’incartamento è lo stesso presidente della Lega nazionale, Luca Urizio, che ha annunciato di voler continuare la ricerca nei prossimi giorni chiedendo l’aiuto esterno della Regione e di uno storico messo a disposizione dallo stesso ente. Tra le carte conservate nel Ministero degli Esteri potrebbero nascondersi altre verità o presunte tali.
«Aver denunciato il fatto alle autorità – ha spiegato – è stato un atto dovuto. Saranno poi gli stessi inquirenti verificare la veridicità dei documenti. Ma noi abbiamo il dovere di continuare le ricerche. Intanto abbiamo sgretolato il muro di omertà. La gente ora parla».
Nel frattempo Urizio risponde agli attacchi dell’Anpi che lo ha definito «uno storico sprovveduto». «Premettendo che non faccio lo storico e che, da sprovveduto come vengo definito, ho portato alla luce documenti che si cercavano da oltre 70 anni e presto saranno diffusi (mi riferisco in particolare alla lista dei deportati da Gorizia dell’1.10.45), rimetterò presto la documentazione inedita recuperata agli archivi di Stato alle persone preposte a riscrivere le pagine di storia mancanti».
«Evito di replicare alle battutine da bar quando l’Anpi mi invita a passare il tempo con i miei bambini, che per inciso hanno 27 e 29 anni, per non scendere al loro livello e replico soltanto con serietà come ho sempre fatto. Il documento sulla fossa comune è uno dei tanti desecretati ed inediti ritrovati al Ministero degli affari esteri nella ricerca archivistica dell’ottobre 2015. Sul documento non viene citato a quando si riferisca la strage e, a mio modesto parere, non si può parlare di presunzione di colpevolezza ma nemmeno di innocenza dei personaggi citati nello stesso».
«Personalmente – conclude il presidente della Lega nazionale – ho sempre difeso la resistenza sottolineando, però, che molti partigiani hanno tradito e rispondevano direttamente ad ordini del maresciallo Tito e questo non può non essere sottolineato quando si va nelle scuole. Si può già affermare che, indipendentemente dal ritrovamento, questa faccenda non si concluderà comunque con un dato di fatto perché le numerose testimonianze e i documenti recuperati a Roma permetteranno una ricostruzione storica più corretta e completa di quella che fino a oggi è stata scritta dai vincitori con troppi omissis. Dubito che l’Anpi possa avere molto credito finchè continuerà a definire falsi i documenti e le testimonianze». (d.v.)
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