I pacifisti alla Via Crucis di Aviano: "Saremo la voce di Regeni"
Oltre 300 partecipanti. Di Piazza: verità taciuta per interessi economici. L’appello del parroco di Fiumicello: ci ha insegnato a difendere i diritti violati
di Donatella Schettini
AVIANO. È stata una Via Crucis nel segno di Giulio Regeni, il ricercatore di Fiumicello ucciso in Egitto, quella che si è svolta domenica tra Pordenone e Aviano alla sua ventesima edizione e promossa dai Beati i Costruttori di pace insieme a altri gruppi ecclesiali e pacifisti del triveneto.
Un percorso contro la guerra terminato davanti alla linea di volo dell’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano, contro la guerra e tutte le ingiustizie e le iniquità del mondo. Tema di questa edizione “Non abbiate paura” dal Vangelo di Matteo. Una iniziativa dedicata oltre a Regeni, anche a Valeria Solesin, la studentessa veneziana morta nell’attacco di fondamentalisti islamici al Bataclan, e a Vittorio Arrigoni, cooperante e giornalista, ucciso a Gaza nel 2011.
Ad aprire il corteo, composto da circa 300 persone, uno striscione con la scritta “Verità per Giulio Regeni”: dietro una quindicina di cittadini di Fiumicello, guidati dal parroco don Gigi Fontanot.
Via Crucis nel segno di Giulio Regeni
Regeni è stato ricordato nell’introduzione da don Pierluigi Di Piazza del centro Balducci di Zugliano: «Per la sua profondità umana - ha detto -, sensibilità di cuore, per l’apertura di coscienza e di intelligenza al mondo e alle sue diversità, per il senso di libertà ed impegno lo sentiamo con commozione compagno di viaggio. La violenza brutale e la morte che ha subito hanno evidenziato in modo drammatico la violazione dei diritti umani, di fatto nascosta e taciuta in nome dei presunti equilibri politici e affari economici».
Alla partenza da piazza Municipio a Pordenone cìè stato il saluto del vescovo di Pordenone Giuseppe Pellegrini, che a piedi ha percorso un tratto della Via Crucis. Ha parlato della speranza e della paura con l’invito all’accoglienza «di tutte le persone che bussano alla nostre porte». Una quindicina i chilometri percorsi e a ogni tappa c’è stata una riflessione sulle paure: del popolo, dei politici, degli Apostoli e di Gesù.
L’ultima affrontata davanti alla linea di volo dell'aeroporto avianese da don Luigi Fontanot, con una decina di suoi parrocchiani con cartelli la scritta “Verità e giustizia per Giulio Regeni”. Ha definito Regeni, Solesin e Arrigoni «giovani figli di questa generazione. Hanno voluto riprendere in mano la propria storia, la propria natura, la propria umanità, hanno voluto entrarci, non si sono accontentati di leggerla, hanno mescolato la loro voce a quella del coro, che in ogni epoca, in ogni stagione, si ribella alle ingiustizie».
Ha invitato a accettare gli imperativi che arrivano da queste tre figure e «la gioia per la vita» di Giulio. «Ci hanno mostrato l’amore per la vita, per l’uomo, per la ricchezza nella diversità - ha detto -; la forza di entusiasmarci nella ricerca di scoprire ciò che di buono e d’importante c’è in ogni donna a qualsiasi razza, filosofia e religione appartenga; l’abbattimento di ogni confine e filo spinato e il coraggio e la disponibilità di donare, nel silenzio, la propria vita per rivendicare i diritti di ogni uomo o donna violentati nella libertà. A noi il compito di far diventare coro le loro voci».
I commenti dei lettori