Sulle tracce di papà Thomas, l’amico inglese della Osoppo
Sono arrivati in Friuli la moglie e il figlio del maggiore scozzese Macpherson. Volpetti (Apo) ricorda la figura dell’agente segreto paracadutato su Gemona nel ’44

UDINE. Poco più di un anno fa arrivò in Friuli la notizia della scomparsa di Thomas Macpherson, il maggiore scozzese che, sul finire del 1944, fu paracadutato sui monti a nord di Gemona e fermandosi nelle nostre terre fino alla conclusione della Guerra e anche nei mesi successivi.
Proprio oggi sono arrivati in Friuli i familiari di Tommy: la moglie Jean ed il figlio Duncan ripercorreranno i sentieri percorsi oltre settanta anni fa dal marito e padre.
Il primo appuntamento era fissato in mattinata: l’Associazione partigiani Osoppo assieme al Comune e al Cai di Gemona, all’Ecomuseo delle Acque e alla Associazione Il Delfino di Udine, erano assieme a Duncan Macpherson a Ledis di Gemona per l’intitolazione della casa alpina alla “Brigata Osoppo”.
La cerimonia è stata preceduta dalla messa, dagli interventi del sindaco di Paolo Urbani, del vicepresidente dell’Apo Roberto Volpetti, dello storico Roberto Tirelli e dal saluto dello stesso Duncan. Sarà scoperta la lapide che ricorda il sacrificio dei gemonesi nella Resistenza.
Sempre oggi, la signora Jean Macpherson, è andata assieme all’Apo alle malghe di Porzus, per ricordare i giovani osovani che lì furono uccisi, mantenendo fede così all’impegno che la missione inglese ha chiesto alla Osoppo, ovvero di mettere ogni anno una corona di fiori con i colori della bandiera britannica, sui luoghi che videro cadere sia patrioti italiani che soldati di Sua Maestà: dal lontano 1945 ogni 25 aprile una corona di fiori con i colori inglesi viene collocata alle malghe di Porzus e al Bosco Romagno.
Quindi la famiglia Macpherson parteciperà alla tradizionale cerimonia in ricordo della Liberazione che si terrà in Piazza Libertà a Udine lunedì 25 aprile.
Una figura straordinaria quella di “Tommy” Macpherson, classe 1920, volontario nei commandos inglesi in Africa e poi agente dei servizi segreti britannici in Francia e poi ancora in Italia, che si rese protagonista di azioni coraggiose tanto da meritarsi l’appellativo di “soldato più decorato dell’esercito britannico”.
Fu inviato in Friuli con il compito di «continuare l’opera di sabotaggio nell’area durante le sfavorevoli condizioni invernali». In realtà trovò una situazione assai complicata e difficile, con le formazioni partigiane provate dai rastrellamenti che avevano stroncato l’esperienza della Zona libera orientale.
Nonostante le condizioni avverse, la missione aveva portato a termine un gran numero di operazioni di sabotaggio, perloppiù con l’ausilio delle formazioni “Osoppo”. Ma erano soprattutto le rivalità tra i partigiani a rendere difficile il lavoro degli inglesi che ben presto si trovarono nel mezzo del conflitto ideologico e confinario fra garibaldini e sloveni da una parte e Brigate Osoppo dall’altra.
Nella sua posizione di osservatore privilegiato, Thomas Macpherson è stato quindi un testimone importante delle vicende contrastate della Resistenza in Friuli, lasciando un ricordo indelebile legato alla sua figura, caratterizzata dal tipico kilt scozzese che spesso portava, ma anche da eccezionali doti di soldato.
«La presenza dei familiari di Macpherson – osserva il presidente dell’Apo Roberto Volpetti – ha un significato molto importante per noi. La sua fu una figura molto autorevole. Strinse una grande amicizia con i partigiani della Osoppo e fu un osservatore attento. Non esitò a denunciare il grave errore compiuto da chi impostò una battaglia contro i tedeschi nelle “zone libere” che provocò rastrellamenti e repressioni in seguito alle quali vi fu uno sbandamento di tutte le forze partigiane, quindi indicò l’arma più efficace nella guerriglia senza creare ripercussioni fra la popolazione civile. Cercò nel contempo – continua Volpetti – di continuare l’azione di sabotaggio e si rese conto del drammatico conflitto che si stava creando fra sloveni e garibaldini da una parte e osovani dall’altra. Un conflitto che, come sappiamo, portò terribili conseguenze».
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