Lo chef stellato Scarello: «Un’emozione unica servire la mia gente»
Il cuoco di Godia ha cucinato piatti tipici friulani e italiani. «Nemmeno un catering per Chanel ti dà queste sensazioni»

UDINE. «Ho l’adrenalina a mille. È un’occasione importante e ho lo stomaco chiuso». Per lo chef “stellato” Emanuele Scarello la festa del Messaggero Veneto rappresenta «uno dei più grandi appuntamenti per un uomo di cucina». «Nulla di paragonabile con un catering per Chanel o Luis Vuitton e Cartier – spiega –. Qua servo la mia gente. Sono friulano ed è un’emozione forte poter far gustare i miei piatti e poter lavorare nella mia terra».
Commosso ed emozionato: Scarello ammette che a pochi minuti dal gran galà del Messaggero Veneto «il cuore batte forte. Siamo a solo un chilometro dal nostro ristorante. È come quando giochi in casa – dice usando un termine calcistico – hai sempre paura di fare brutta figura».
Ad aiutarlo uno staff di 12 cuochi. Ognuno ha la sua postazione. Ognuno ha un compito registrato su un tavolo.
Entrare nel dietro le quinte di una cucina è come fare ingresso in un giornale. «C’è un direttore che ispira i temi della giornata e li firma e sono io, – spiega – e poi ci sono dei cuochi, dei redattori, che portano avanti i compiti. Sono loro la risorsa. É il lavoro di squadra che fa la differenza».
I preparativi, confessa lo chef, sono nati addirittura due mesi fa «quando ho avuto occasione di parlare con il direttore Tommaso Cerno. Ho capito una volta di più che questo giornale ha un respiro nazionale, che non è vero che noi friulani siamo un popolo chiuso. E che possiamo guardare alla nostra nazione che è fantastica».
Ed ecco quindi i piatti, frutto di una creazione che si ispira al Friuli, ma che poi tendono a ricordare i gusti tipici italiani.
Un incrocio di sapori che “acchiappa” la platea quando termina lo spettacolo, grazie a un incrocio di piatti e di vini, i migliori del Collio friulano e del Collio goriziano.
Ingresso d’obbligo con i tre tagli di affettati di crudo di San Daniele, per poi lasciare spazio a tre grandi classici italiani, una parmigiana avvolta in un cannolo croccante, una pasta al ragù, «Il piatto tipico italiano in cui tutti ci riconosciamo» e un raviolo con ragù di pezzata rossa cotto a bassa temperatura. Quindi un guanciale di marzo su una crema di montasio con patate di Godia «in ricordo del territorio in cui abbiamo il nostro ristorante “Agli Amici”», e infine il dolce ribattezzato “La Dolce Vita”, con crumble al cioccolato e crema di nocciola.
E poi i vini di Rodaro, Livio Felluga, Russiz Superiore e Marco Felluga, dalle “bollicine” con uno spumante pinot, ai diversi uvaggi di Malvasia, Friulano, Malvasia, Sauvignon e Pinot Bianco, e i classici rossi Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.
«Non facciamo alcuna distinzione – spiega – tra primo e secondo. La nostra scelta è basata su tre colori, il verde che richiama il vegetariano, il marrone della carne e l’azzurro del pesce».
Scarello è anche un assiduo lettore del Messaggero Veneto «siccome viviamo nell’era del digitale e il Messaggero Veneto è un esempio in campo di innovazione l’ho messo tra i miei siti preferiti così ho potuto leggerlo anche alle Maldive. I 70 anni sono un traguardo importante. Raccontano i 70 anni di storia del Friuli e dell’Italia».
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