I profughi si confessano alla Bbc: «A Udine ci danno i documenti»
La tv inglese ha seguito i migranti nel viaggio dall’Austria al capoluogo friulano. I richiedenti asilo: «L’Italia è l’unico Paese Ue in cui possiamo ottenere i visti»

UDINE. Udine finisce sulla Bbc, la principale e più importante rete televisiva britannica. La corrispondente da Vienna della televisione inglese, Bethany Bell, ha infatti seguito il viaggio della speranza di un gruppo di richiedenti asilo da Villach sino a Tarvisio e da qui, poi, a Udine concentrandosi, nelle interviste, non soltanto sul prefetto Vittorio Zappalorto e sul sindaco Furio Honsell, ma anche su alcuni profughi ospitati nell’ex caserma Friuli.
Il servizio si intitola “La truce odissea dei migranti termina nella città italiana di Udine” e, come accennato, parte dalla stazione ferroviaria di Villach dove due richiedenti asilo salgono sul treno diretti a Tarvisio e qui, come tanti di loro in passato, vengono intercettati dalle forze di polizia italiana.
In questo passaggio, Bell, sottolinea un primo aspetto, peculiare, per quanto riguarda la nostra regione: «Mentre la maggior parte dei migranti che arriva in Europa cerca di dirigersi a nord verso Paesi come la Germania o la Svezia, in questa regione dell’Italia settentrionale il flusso viaggia nella direzione opposta».
Quindi si passa a Zappalorto che spiega come «dall’inizio di gennaio ci sono stati circa 5 mila migranti che sono arrivati, attraverso l’Austria, fino a Udine» e che «per lo più arrivano perché le loro richieste di asilo non sono state accettate in altri Paesi».
Dopo aver sottolineato come Udine abbia lottato per fermare nuovi flussi di migranti – e che due anni or sono molti di loro fossero costretti a dormire all’aperto mentre ora la città ha allestito per l’accoglienza una serie di ricoveri in appartamenti e in due vecchie caserme – il racconto arriva a Salaam, un afghano di 25 anni che nel 2009 ha vissuto in Gran Bretagna, prima di essere rimandato in Afghanistan.
Nel mese di maggio quindi, è arrivato a Udine, attraverso la rotta balcanica mentre alla domanda della giornalista sul perché non avesse presentato richiesta di asilo in Austria, o altrove, risponde di aver sentito dire che in Italia «ti danno i documenti».
Una posizione ribadita, più avanti nelll’articolo, anche da un altro profugo e cioè il pakistano Hassan che spiega come «nonostante lo standard di vita non sia molto buono», l’Italia è l’unico Paese dell’Ue che «può garantirti un futuro, perché dopo 2 o 3 anni ti danno i documenti».
Ma, si precisa, arrivare al termine dell’intero processo non è facile e il risultato positivo non è certamente automatico. E in fondo come spiegato da Honsell «molti di loro vedono Udine come la loro ultima possibilità» e «pensano che l’Italia rappresenti una chance» di vita migliore.
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