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I partigiani russi nella resistenza italiana: li racconta una mostra

Udine, inaugurata nelle sale di palazzo di Toppo Wassermann. In regione se ne contarono 500, fondamentale il loro contributo

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UDINE. Documenti, fotografie, volti di giovani, uomini in posa coi fucili e anche qualche donna. Poco oltre un altro ragazzo nel fiore della gioventù che pare addormentato, messo al palo e fotografato con il sangue appena rappreso, dopo la fucilazione.

E poi nomi di brigate italiane, la Garibaldi, la Servadei, la Belgioioso, la Sinigaglia, accostati a nomi in cirillico o traslitterati dal russo. Un capitolo sconosciuto della lotta partigiana rivela i contorni di una storia da riscoprire, indagare e riportare alla luce, con molti risvolti legati alla nostra regione.

È questo lo scopo della mostra “I garibaldini russi nella Resistenza italiana”, inaugurata ieri negli spazi interni di Palazzo Toppo Wassermann, alla presenza, tra gli altri, di una delegazione russa che si occupa di questi temi e che «è sotto l'egida diretta del presidente Vladimir Putin» ha detto Massimo Eccli, docente di letteratura italiana a Mosca e curatore.

Furono ufficialmente cinquemila in tutta Italia, cinquecento dei quali nella nostra regione e diedero un contributo fondamentale alla lotta partigiana. Cinque dei partigiani presenti in questa mostra sono stati medaglie d’oro dell’Urss oltre che medaglie al valore d’Italia.

«I russi che arrivarono da noi - ha detto Roberto Tirelli dell’Associazione Partigiani Osoppo Friuli - erano prigionieri di guerra dei tedeschi o inviati direttamente dall’Unione Sovietica come consiglieri politico militari o disertori che poi aderirono alla Osoppo. Portarono qui la loro competenza e il loro coraggio».

Tirelli ha parlato a nome della partigiana Paola Del Din, medaglia al valore che doveva presenziare l’inaugurazione ma che si trova a Strasburgo dove, nel Palazzo del consiglio europeo, a dicembre la mostra si sposterà.

«La grande amicizia tra la Russia e l’Italia è nei secoli - ha detto il rappresentante della delegazione russa del Fondo Zurart di Mosca - e con questa mostra oggi nasce la storia. Vogliamo che l’Italia partecipi alla parata del 9 maggio a Mosca».

Una storia che verrà promossa nelle scuole, ha detto Anna Maria Zilli, dirigente scolastica dell’Istituto "Bonaldo Stringher" .

«Lo scopo - ha detto il curatore Eccli - è fare un reggimento immortale: ogni famiglia può rappresentare con un documento la persona che ha combattuto nelle file partigiane. Vogliamo portare avanti il discorso in tutta Italia».

L’iniziativa fa parte di un ciclo di conferenze organizzate dal Cirf su “Friuli, terra dai confini labili. La difesa di una identità passa attraverso la conoscenza delle proprie traversie”, curata da Paolo Bartolomeo Pascolo ed è tra i progetti speciali voluti dal ministero per gli affari esteri della Federazione Russa.

All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto in carica Vittorio Zappalorto, l’ex prefetto Provvidenza Delfina Raimondo, il sindaco di Udine Furio Honsell, il presidente della Provincia Pietro Fontanini - che hanno tutti manifestato interesse e sorpresa per una storia inedita e sconosciuta - il presidente dell’Anpi Dino Spanghero.

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