Fontanini: «Territorio privato di una presenza storica importante»
L'addio di Cividale agli alpini, il presidente della Provincia si interroga anche sul futuro delle caserme dismesse: saranno utilizzate per ospitare profughi
CIVIDALE. Sul trasferimento a Venzone dell’8º Reggimento alpini di Cividale ha voluto dire la sua anche il presidente della Provincia Pietro Fontanini, che ha commentato anche la chiusura della caserma Cantore a Tolmezzo.
«La chiusura della caserma Cantore – ha sottolineato Fontanini – rappresenta un altro duro colpo per la Carnia destinata a un impoverimento irreversibile. Del tutto inesistente e inefficace l’azione della Regione a difesa della montagna che, dopo la perdita del tribunale, ora sconta un’altra grave penalizzazione con contraccolpi molto negativi in termini sociali, economici e anche di sicurezza».
Il presidente è molto preoccupato per le conseguenze che il trasferimento degli alpini del Terzo reggimento da Tolmezzo a Remanzacco produrrà per la Carnia con tante famiglie in partenza verso la nuova destinazione, paesi che continueranno a svuotarsi, scuole con numero di alunni in continua flessione, servizi via via ridimensionati e un’economia in crescente sofferenza. Segnali inequivocabili di un declino senza speranza.
«È un trasloco senza logica se non quella di depotenziare un territorio già in grave difficoltà come quello della nostra montagna, e di sradicare intere famiglie da comunità già piccole impoverendole ulteriormente» commenta Fontanini manifestando forte disapprovazione anche per il trasferimento dell’8°Alpini da Cividale alla Feruglio di Venzone.
«Anche in questo caso – specifica – il territorio viene privato di una presenza storica e importante, comporterà per i militari spostamenti verso la nuova caserma ai quali seguiranno anche trasferimenti da parte delle rispettive famiglie».
Ulteriore riflessione sul futuro utilizzo delle caserme.
«Inevitabile sarà che, data la carenza di spazi e gli elevati numeri di extracomunitari in arrivo – continua Fontanini –, le strutture lasciate vuote dai militari vengano utilizzate per l’accoglienza dei profughi. Altra batosta per una zona, quella della montagna, praticamente lasciata a se stessa e che, giustamente, in questi giorni ha manifestato la sua contrarietà sull’utilizzo degli immobili per i migranti. Un attacco che va rivolto alla Regione e in particolare alla Serracchiani che detiene la delega alle politiche per la montagna. Assolutamente inefficace l’azione per difendere il Tribunale e anche per mantenere aperta la Cantore».
«La montagna è stata abbandonata nelle sue difficoltà – conclude Fontanini –. I segnali per una ripartenza sono purtroppo davvero troppo pochi e isolati contro uno spopolamento e una deriva ormai inarrestabili. Anche la forte tempra della gente di montagna da sola non basta per superare questa ennesima dura prova dopo le tante già patite dal territorio tra cui la pesante vicenda della crisi CoopCa».
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