Iniezione di fondi dalla Regione per salvare l’amideria Chiozza
Ruda: altri 120 mila euro per mettere in sicurezza il locale che rischia di crollare sull’antica macchina a vapore. Ma per recuperare l’intero sito, costruito nel 1865 e di dimensioni enormi, serve un progetto complessivo

RUDA. La Regione corre in soccorso dell’amideria Chiozza. È pronta a investire altri 120 mila euro nella messa in sicurezza della copertura dei locali dove si trova la macchina a vapore perfettamente conservata all’interno dello stabilimento.
La buona notizia arriva a seguito della mobilitazione popolare organizzata dall’associazione Amideria Chiozza, presieduta da Raffaele Antonio Caltabiano e composta da ex dipendenti e cittadini del Friuli. Persone che hanno battuto a tappeto il territorio per raccogliere le 13 mila firme inviate, nelle scorse settimane, al Fai (Fondo ambiente italiano) per trasformare l’ex fabbrica di Ruda in un “luogo del cuore”.
A prescindere da come andrà a finire la “gara” Fai, la giunta Serracchiani, nella legge Finanziaria, ha creato un fondo per l’archeologia industriale.
«Complessivamente abbiamo stanziato 150 mila euro, 120 nell’ultima finanziaria, per mettere in sicurezza l’immobile che rischia di crollare sulla macchina a vapore dei primi del Novecento», spiega l’assessore alla Cultura, Gianni Torrenti, convinto che il macchinario non può rischiare di finire sotto le intemperie.
Altri macchinari sono rimasti dentro i capannoni, ma in questo caso l’intervento è meno urgente perché le coperture degli stabili sono più o meno integre.
La Regione tampona un’emergenza. «Riqualificare l’intera area costa. Si tratta di dimensioni enormi che devono essere sistemate a fronte di un progetto», aggiunge Torrenti lasciando intendere che senza la partecipazione di altri enti pubblici o privati difficilmente il Comune riuscirà a recuperare il sito.
«Intanto salviamo i macchinari per non rischiare di perderli», continua l’assessore, mentre il consigliere regionale Pietro Paviotti (Cittadini) suggerisce la stipula di una convenzione tra Comune e Regione per arginare questa emergenza.
Paviotti, la scorsa settimana, ha partecipato al brindisi di fine anno organizzato dall’associazione Amideria Chiozza per fare il punto sulla situazione. E oggi, alle 18.30 con replica alle 21, nella palazzina 14 del parco di Sant’Osvaldo, a Udine, andrà in scena “Amida” lo spettacolo teatrale, ad atto unico, scritto da Carlo Tolazzi, che racconta la storia della fabbrica dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri. Sul palco le attrici Lucia Linda e Ornella Luppi del Teatro sosta urbana.
Il sito industriale venne costruito, nel 1865, da Luigi Chiozza, un triestino amante della chimica e amico di Pasteur. L'imprenditore realizzò un edificio-macchina autosufficiente al quale tutto il mondo guardò per la sua modernità.
Sfruttando una presa d’acqua che finiva nell’acquedotto romano di Aquileia, lo stabilimento sorse lungo la roggia, meglio nota come “La Fredda”, sui resti di un vecchio mulino, vicino a Perteole.
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