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Un anno senza Giulio Regeni, la fiaccolata a Fiumicello per ricordare il ricercatore

Il 25 gennaio del 2016 Giulio Regeni, ricercatore friulano di 28 anni, scompare da Il Cairo dove si trovava per il dottorato di ricerca. Il suo corpo senza vita viene ritrovato qualche giorno più tardi ai lati di un'autostrada: evidenti i segni di torture e percosse. Ancora oggi non si conoscono i responsabili dell'omicidio. E oggi, mercoledì 25 gennaio, circa 1.500 persone si sono ritrovate a Fiumicello per dar vita a una fiaccolata in ricordo del giovane

5 minuti di lettura

FIUMICELLO. Il 25 gennaio del 2016 Giulio Regeni, ricercatore friulano di 28 anni, scompare da Il Cairo dove si trovava per il dottorato di ricerca. Il suo corpo senza vita viene ritrovato qualche giorno più tardi ai lati di un'autostrada: evidenti i segni di torture e percosse. Ancora oggi non si conoscono i responsabili dell'omicidio.

[[(Video) Fiumicello ricorda Giulio Regeni con una fiaccolata]]

E a un anno di distanza la comunità di Fiumicello ha deciso di ricordarlo con una fiaccolata per chiedere con forza, ancora una volta, che sulla vicenda sia fatta chiarezza e siano puniti coloro che hanno ucciso il giovane studente.

[[(Video) Regeni, centinaia di fiaccole in cielo a Fiumicello per ricordare Giulio a un anno dalla scomparsa]]

Alle 19.41, ora in cui un anno fa Giulio uscì dal suo appartamento al Cairo per non farvi più ritorno, sono state distribuite le candele da accendere. La fiaccolata è partita da piazzale dei Tigli: circa 1500 persone hanno parte alla manifestazione.

Leggi: Mattarella e Gentiloni: "Giustizia"

Il sindaco di Fiumicello: "Stato italiano e Europa assenti. «C'è un senso di assenza dello Stato italiano e dell'Europa. Questa vicenda conferma che dell'Europa dei popoli la cui essenza fu indicata da De Gasperi, da Spinelli non è rimasto niente. Non c'è l'Europa dei popoli».

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Fiumicello, in 1.500 alla fiaccolata per ricordare Giulio Regeni]]

Lo ha detto il sindaco di Fiumicello, Ennio Scridel, commentando il percorso delle indagini sulla vicenda di Giulio Regeni. «Non si muove nulla - ha aggiunto Scridel - se si pensa che i fatti svelati in questi ultimi giorni siano propedeutici alla verità, si è una strada sbagliata».

E in merito al video in cui Regeni parla con il capo del sindacato degli ambulanti ha detto: «Da quel video si ha la conferma che Giulio era un giovane onesto».

[[(Video) Amici e conoscenti ricordano Giulio Regeni: "Era un esempio per tutti"]]

Il bisogno di verità, ha concluso il sindaco, «va incontro alle legittime richieste della famiglia ma interessa anche tutti i cittadini di Fiumicello, del Friuli, dell'Italia perché non conoscere la verità lascia l'amaro in bocca e un senso di assenza».

[[(Video) L'avvocato della famiglia Regeni: "E' possibile arrivare alla verità sulla morte di Giulio"]]

I genitori: "Non mollate". «Non mollate, non mollate per noi». Questo l'appello lanciato dai genitori di Giulio
Regeni, Paola e Claudio, in collegamento telefonico al sit-in organizzato oggi, mercoledì 25 gennaio, alla Sapienza, a Roma, per ricordare il ricercatore italiano ucciso un anno fa in Egitto.

[[(Video) La madre di Regeni: questa è la nostra foto di Giulio]]

Centinaia di manifesti gialli con il ritratto del ragazzo si sono alzati al cielo per chiedere «verità e giustizia» sulla sua morte, mentre sul palco si sono alternati numerosi interventi, tra cui quello dello scrittore Erri De Luca che ha ricordato Regeni leggendo alcuni brani di un saggio scritto nel 2012 dal ricercatore.

[[(Video) Caso Regeni, la catena delle bugie - Videoscheda]]

Prima, però, ha lanciato un duro attacco al governo italiano. «L'unica cosa che doveva fare - ha detto - era rendere Giulio Regeni cittadino europeo e farlo difendere dalla voce dell'intera comunità dell'Unione Europea. È stato inefficiente in questo ed è inservibile e inutile in questo».

«È Giulio che ci dà la forza di andare avanti nella ricerca della verità», e parole del papà Claudio, alle quali hanno fatto eco quelle della mamma Paola.

«Tutto questo movimento - ha detto - ci emoziona, è stato importante in quest'anno e lo è ancora oggi. La parte di Giulio che ci manca di più è la sua dimensione quotidiana. Al di là del male che abbiamo ricevuto, a me fa male che Giulio non possa provare più emozioni, che sono il cuore della vita».

"L'ambasciatore non torni in Egitto". «L'ambasciatore italiano non deve tornare in Egitto: si darebbe un segnale di distensione che non è il caso di dare»: lo hanno detto i genitori di Giulio Regeni, intervenendo alla trasmissione "Carta bianca" su RaiTre.

Paola e Claudio Regeni hanno sottolineato la distinzione fra piano diplomatico ed economico e hanno sottolineato l'importanza di ritirare l'ambasciatore italiano e non mandare in Egitto i pezzi di ricambio degli F35.

«Sembra che ci siano dei segnali» grazie soprattutto al grande lavoro della Procura di Roma, ma «da qua a dire che c'è una reale cooperazione e un'apertura strabiliante» da parte delle autorità egiziane «assolutamente no»: lo hanno detto i genitori di Giulio su RaiTre.

«Si comincia a vedere una lucina in fondo al tunnel ma c'è ancora molto da fare e serve la collaborazione dell'Egitto», ha detto Claudio Regeni sottolineando che «è stato fatto molto lavoro in questo anno da parte della Procura di Roma».

«Un lavoro di strategia, intelligenza, relazioni e buoni rapporti», ha aggiunto Paola Deffendi che ha detto che «il Governo italiano ci ha sostenuto». «Noi non possiamo fare alcuna ipotesi sulla morte di Giulio - ha detto Claudio Regeni - perchè per farle dobbiamo avere delle prove in mano».

«Giulio - ha detto ancora la mamma - mi ha insegnato tante cose perchè se ci si pone in ascolto si impara e si cresce con i figli. Con Giulio ho imparato il dialogo verso il mondo. Questo - ha concluso - era proprio una cosa di Giulio».

Serracchiani: chiediamo la verità con la sua stessa passione. «Ha amato la ricerca e la libertà a costo della vita. Dopo 365 giorni senza Giulio chiediamo #veritapergiulioregeni con la sua stessa passione». Lo ha scritto su su Twitter la governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora
Serracchiani.

Leggi il nostro Speciale su Giulio: i depistaggi, le bugie e la ricerca della verità

A Udine deposta una corona in piazza Libertà. «A un anno dalla sua scomparsa, anche Udine vuole ricordare e commemorare Giulio Regeni, per non dimenticare questa tragica vicenda e chiedere con forza che venga fatta luce al più presto sul barbaro e disumano assassinio che ha privato il Friuli di uno dei suoi giovani migliori, così impegnato per il progresso di tutti i popoli».

Con queste parole il sindaco di Udine, Furio Honsell, ha partecipato alla cerimonia organizzata in piazza Libertà in memoria del giovane ricercatore friulano dall’amministrazione comunale, dal Fogolar Civic, dall’Academie dal Friul e dal club Unesco.

[[(Video) Un anno senza Giulio, il ricordo degli studenti del Messaggero Veneto Scuola su Snapchat]]

Honsell, insieme con la presidente dell’assemblea popolare arengaria, Renata Capria D’Aronco ha deposto una corona ai piedi della Colonna della Giustizia.

A seguire si sono svolte le deposizioni del Fogolar Civic e dell’Academie dal Friul. Il sindaco Honsell partecipa, insieme con l’assessore alla Cultura, Federico Pirone, anche alla fiaccolata in ricordo di Giulio Regeni in programma a Fiumicello.

Alfano: l'Italia non smetterà di pretendere la verità. «Ad un anno dalla sua scomparsa, avvenuta al Cairo nel giorno in cui l’Egitto ricordava la rivoluzione, la tragica morte di Giulio Regeni è ancora una ferita aperta, non solo per la sua famiglia, a cui va il nostro pensiero, ma per tutto il nostro Paese.

La ricerca della verità non è un fatto privato ma, al contrario, un’esigenza collettiva che l’Italia, fin dal primo giorno, ha mostrato di esigere con forza e non smetterà di cercare».

Lo ha affermato in una nota il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. «La Farnesina è vicina con affetto alla famiglia Regeni, la cui forza e determinazione sono un esempio straordinario di amore per la vita, lo stesso che hanno trasmesso al loro figlio Giulio.

Il dottor Giulio Regeni era un giovane ricercatore, brillante, colto, tenace - prosegue Alfano -. Era dotato di una intelligenza viva, di orecchio per le lingue straniere che parlava con grande padronanza, e di una innata curiosità per il mondo.

La sua era una inclinazione naturale, un tratto del suo carattere affinatosi nel tempo, sin da quando, al liceo, aveva frequentato il Collegio del Mondo Unito, a Duino, insieme a ragazzi provenienti da Paesi e culture diverse.

Così Giulio era partito per il mondo, che era la sua casa, come casa era Fiumicello, dove ritrovava la famiglia e gli amici di tutta la vita con i quali si confrontava e ai quali si raccontava, al ritorno dai suoi viaggi. Li ricaricava le sue energie».

«I genitori e gli amici lo descrivono come un giovane uomo del nostro tempo, che come molti altri suoi coetanei, è cresciuto sapendo che le frontiere più difficili da abbattere sono quelle che ci portiamo nella mente e nel cuore.

Per Giulio Regeni il mondo era un posto da conoscere e soprattutto da capire. Se non capisci il mondo, come fai a cambiarlo?

Ecco perchè il dolore privato di una famiglia si trasforma in un fatto pubblico, perchè la tragica morte di quel giovane uomo, di quel ricercatore brillante, di quell’idealista che aveva in mente tanti progetti, priva tutti noi di un cuore generoso che avrebbe potuto fare molto per gli altri», ha concluso il ministro degli Esteri.

 

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