No allo spreco alimentare, la lezione della Caritas
Alcuni studenti dello Stringher nella cucina dell’associazione inventano un menù dedicato
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Gli studenti dello Stringher entrano nella cucina della Caritas per una lezione... di vita.
Nel corso di quest’anno scolastico i ragazzi sono stati coinvolti, da alcuni insegnanti, in un progetto riguardante il tema degli sprechi alimentari e la cultura della solidarietà.
«Concretizzando alcune riflessioni fatte in classe, è nato un “decalogo”: 10 semplici regole, 10 attenzioni buone che nel nostro piccolo possiamo mettere in atto, non soltanto contro lo spreco alimentare ma nel rispetto del cibo e dell’ambiente, quindi di noi stessi», raccontano i ragazzi.
«Le briciole di pane possono diventare oro anche per i più bisognosi», sostiene Massimo Bottura, famoso chef italiano. E così anche noi, futuri cuochi, ci siamo resi conto che nella nostra società è necessario sia ridurre gli sprechi di cibo sia rielaborarli. Educarsi a non sprecare permette di creare, sviluppa l’ingegno e fa diventare artisti. Un cuoco è un artista: con questa idea – continuano gli studenti –, abbiamo realizzato un menù chiamato «Scartamenù», a base di materiale che di solito è considerato “scarto” (scorze d’arancia, bucce di patate, fondi del caffè…). Un’altra iniziativa, che abbiamo realizzato sempre durante l’anno scolastico, è stata l’attività alla mensa «La Gracie di Diu» gestita dalla Caritas di Udine: ogni lunedì mattina, a turni di due, abbiamo aiutato a pulire e sistemare bancali di frutta e verdura che “avanzava” dai supermercati perché troppo matura e rischiava di essere buttata via. Tutto ciò ci ha insegnato a dare il giusto valore al cibo, perché soffrire la fame vuol dire perdere la dignità».
Nella nostra cultura si buttano via le cose facilmente, perché provare ad aggiustarle costa fatica, non è di moda, è “out”. Il pericolo è che si faccia lo stesso anche nelle relazioni con le persone. «Quanta soddisfazione dà invece la “passione per la cura», concludono. «Adesso siamo pronti a rimboccarci le maniche per la lotta allo spreco alimentare, ma la vera lotta è contro quella che Papa Francesco ha definito “cultura dello scarto”. Questa è la vera malattia del nostro tempo. Combattiamola!».
Nel corso di quest’anno scolastico i ragazzi sono stati coinvolti, da alcuni insegnanti, in un progetto riguardante il tema degli sprechi alimentari e la cultura della solidarietà.
«Concretizzando alcune riflessioni fatte in classe, è nato un “decalogo”: 10 semplici regole, 10 attenzioni buone che nel nostro piccolo possiamo mettere in atto, non soltanto contro lo spreco alimentare ma nel rispetto del cibo e dell’ambiente, quindi di noi stessi», raccontano i ragazzi.
«Le briciole di pane possono diventare oro anche per i più bisognosi», sostiene Massimo Bottura, famoso chef italiano. E così anche noi, futuri cuochi, ci siamo resi conto che nella nostra società è necessario sia ridurre gli sprechi di cibo sia rielaborarli. Educarsi a non sprecare permette di creare, sviluppa l’ingegno e fa diventare artisti. Un cuoco è un artista: con questa idea – continuano gli studenti –, abbiamo realizzato un menù chiamato «Scartamenù», a base di materiale che di solito è considerato “scarto” (scorze d’arancia, bucce di patate, fondi del caffè…). Un’altra iniziativa, che abbiamo realizzato sempre durante l’anno scolastico, è stata l’attività alla mensa «La Gracie di Diu» gestita dalla Caritas di Udine: ogni lunedì mattina, a turni di due, abbiamo aiutato a pulire e sistemare bancali di frutta e verdura che “avanzava” dai supermercati perché troppo matura e rischiava di essere buttata via. Tutto ciò ci ha insegnato a dare il giusto valore al cibo, perché soffrire la fame vuol dire perdere la dignità».
Nella nostra cultura si buttano via le cose facilmente, perché provare ad aggiustarle costa fatica, non è di moda, è “out”. Il pericolo è che si faccia lo stesso anche nelle relazioni con le persone. «Quanta soddisfazione dà invece la “passione per la cura», concludono. «Adesso siamo pronti a rimboccarci le maniche per la lotta allo spreco alimentare, ma la vera lotta è contro quella che Papa Francesco ha definito “cultura dello scarto”. Questa è la vera malattia del nostro tempo. Combattiamola!».
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