Sigillo d’oro della città a Gianpietro Benedetti
«Il presidente della Danieli ha avuto un ruolo fondamentale per Udine» Il consiglio approva all’unanimità. Segno di riconoscenza per i tanti restauri
1 minuto di lettura

Sigillo d’oro della città di Udine a Gianpietro Benedetti, presidente della Danieli di Buttrio. Lo ha deciso, all’unanimità, il consiglio comunale nei giorni scorsi, su proposta del vicepresidente dell’assemblea civica Franco Della Rossa. «Un segno di riconoscenza a un imprenditore lungimirante, un appassionate d’arte innamorato della propria terra.
A Benedetti e alla Danieli il consiglio comunale riconosce un ruolo fondamentale per i restauri realizzati in questi anni: a cominciare da quello dell’Angelo della chiesa di Santa Maria Assunta, per poi continuare con quello dei mori (un lavoro che i cittadini hanno potuto seguire da vicino: il tempietto era stato temporaneamente trasformato in un laboratorio aperto al pubblico), della statua della Giustizia e, ora, della fontana.
Dopo il restyling di Ercole e Caco nei mesi scorsi (72 mila euro), in questi giorni è, appunto, la volta della colonna con il leone marciano e della fontana di Giovanni Carrara. Il cantiere che era stato aperto – i lavori erano stati consegnati lo scorso 23 marzo e si concluderanno a metà giugno – per il restauro delle statue, ora interesserà, anche, il Monumento alla Pace di piazza Libertà. L’intervento, affidato all’impresa Laar di Udine per 43 mila euro, è finanziato, come i precedenti, dalla Danieli di Buttrio che, approfittando dell’Art Bonus (la nostra regione – come hanno sottolineato nei giorni scorsi gli archeologi dell’Università di Udine, è fanalino di coda in Italia nell’utilizzo di quel bonus), l’agevolazione fiscale prevista dal governo e riconosciuta a tutti coloro che effettuano un’erogazione a sostegno della cultura, già in altre occasioni aveva dimostrato la propria generosità a favore della città, supportando il restauro dall’angelo del castello, dei mori della Loggia di San Giovanni, la torre dell’orologio, la copertura del tempietto ai caduti, il porticato Lipomanno e la statua della Giustizia. La colonna, che da qualche giorno è nascosta dietro alle impalcature, fu eretta il 15 novembre 1539 e il sovrastante leone di San Marco fu distrutto nel 1797 sotto il dominio francese. Riscolpito da Domenico Mondini, su disegno di Giuseppe Masutti, il 7 agosto 1883 fu collocato sul fusto in pietra grigia di Timau.
Il sigillo sarà consegnato a Gianpietro Benedetti in una delle prossime sedute.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A Benedetti e alla Danieli il consiglio comunale riconosce un ruolo fondamentale per i restauri realizzati in questi anni: a cominciare da quello dell’Angelo della chiesa di Santa Maria Assunta, per poi continuare con quello dei mori (un lavoro che i cittadini hanno potuto seguire da vicino: il tempietto era stato temporaneamente trasformato in un laboratorio aperto al pubblico), della statua della Giustizia e, ora, della fontana.
Dopo il restyling di Ercole e Caco nei mesi scorsi (72 mila euro), in questi giorni è, appunto, la volta della colonna con il leone marciano e della fontana di Giovanni Carrara. Il cantiere che era stato aperto – i lavori erano stati consegnati lo scorso 23 marzo e si concluderanno a metà giugno – per il restauro delle statue, ora interesserà, anche, il Monumento alla Pace di piazza Libertà. L’intervento, affidato all’impresa Laar di Udine per 43 mila euro, è finanziato, come i precedenti, dalla Danieli di Buttrio che, approfittando dell’Art Bonus (la nostra regione – come hanno sottolineato nei giorni scorsi gli archeologi dell’Università di Udine, è fanalino di coda in Italia nell’utilizzo di quel bonus), l’agevolazione fiscale prevista dal governo e riconosciuta a tutti coloro che effettuano un’erogazione a sostegno della cultura, già in altre occasioni aveva dimostrato la propria generosità a favore della città, supportando il restauro dall’angelo del castello, dei mori della Loggia di San Giovanni, la torre dell’orologio, la copertura del tempietto ai caduti, il porticato Lipomanno e la statua della Giustizia. La colonna, che da qualche giorno è nascosta dietro alle impalcature, fu eretta il 15 novembre 1539 e il sovrastante leone di San Marco fu distrutto nel 1797 sotto il dominio francese. Riscolpito da Domenico Mondini, su disegno di Giuseppe Masutti, il 7 agosto 1883 fu collocato sul fusto in pietra grigia di Timau.
Il sigillo sarà consegnato a Gianpietro Benedetti in una delle prossime sedute.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori